domenica 16 marzo 2014

2006 Tytanchaos in Thailand 1

TYTANCHAOS IN THE JUNGLE

Thailandia, settembre 2006.


Venerdì & sabato 29-30 settembre) Ho sorvolato l'Asia centrale, paesi come Turkmenistan, Afghanistan, peccato che era notte. In Turkmenistan la luna era rossa come il sole al tramonto. A Bangkok la prima cosa che uno nota è l'aria. In verità non è aria ma smog allo stato puro. Arrivo a Khao san. BKK è un casino totale. Molti palazzi sono diroccati, anneriti. Ci sono parecchie bidonvilles sotto o ai margini delle sopraelevate. La seconda cosa che si nota sono le occhiate delle donne. Anche le europee cercano il cazzo. Anzi, le europee a BKK vogliono scopare quanto le thai. Siccome sono stanco non mi sbatto e accetto il prezzo della seconda guest house che trovo: 3,9 euro. Le gestrici sono birmane. Una è molto bona. Ha la pelle molto sexy. Mentre prende i miei dati si interrompe, mi guarda, annuisce con la testa e dice: “Fabio, Fabio…” Riprende a scrivere, si ferma e “Fabio, Fabio.”
La terza cosa che si nota e si impara sono alcuni tipi e soprattutto i proprietari dei tuk-tuk . Ti tormentano. Bisogna ignorarli subito perché se li ascolti iniziano a spararti una sfilza di stronzate per fregarti che va dai cinque ai 10 min. L'altra cosa che hanno in comune è che tutti vogliono portarmi al Monna Lisa, un posto di puttane. La quarta cosa che si impara è che non si possono chiedere informazioni a questi tipi perché se lo fai chiunque invece di risponderti ti dice: “Oh, yes but wait, come with me.” E cerca di portarti in qualche thai-massage. Alla fine quando ti risponde ti spara: “100 baht, please.”
Perciò chiedo solo alle birmane. Il 40% dei thai mi ferma e attacca con “You’re Arnold Schwarzenegger!” O: “Big muscles!”
E poi alcuni cercano di rinfilarmi qualche inculata assurda, ne inventano di così assurde che sono invidioso della loro fantasia. Ah, dimenticavo…pensavo che non sarebbe successo perchè è una cazzata ingigantita dai media e dai luoghi comuni. Invece succede: un tuk-tuk man mi dice: “Vuoi donne?”
E io: “Sono troppo stanco oggi.”
E lui: “Young?”
E io: “Are you joking?”
E lui: “No, no true.”
E’ meglio non picchiare i thai ma lui insiste e vuole rifilarmi una bambina!! No comment.
I succhi di frutta sono buonissimi e te li fanno al momento. Ho provato il rambutan. Prendono il frutto e lo spremono davanti ai tuoi occhi. Le vie sono disseminate di bancarelle (50% alimentari). Ci sono vicoli larghi 1 metro dove alcuni hanno edificato delle vere e proprie cucine all’aperto. C’è chi invece ha messo una macchina da cucire sul marciapiede e cuce e rattoppa per pochi baht. Altri sonnecchiano sulle amache appese sotto gli svincoli delle sopraelevate. I thai mangiano ovunque. Si siedono sui marciapiedi e mangiano, sui pianali dei camioncini stracarichi di passeggeri e persino nelle rotonde. Sulla porta della mia camera c’è inciso “Duffy”! E’ incredibile la coincidenza! Le pareti di legno sono bucate. Così guardando bene ti accorgi che puoi sbirciare il tuo vicino! Alla sera vado a vedere l’Arsenal e conosco due australiani e un inglese. Ci ubriachiamo tosti. Le thai sono molto carine. Tutti e quattro siamo concordi nell’alternare occhiate a Henry e soci a quelle alla cameriera e a una in particolare. Ha un fisico da playboy rabbit. Poi non so cosa succede e cosa facciano gli australiani ma un francese di Marseille ci dice: “Avete problemi?”
Mi alzo e gli dico: “Ti vuoi picchiare, vieni.”
Il coglione abbassa la cresta e si rifiuta di tirarsi. Poi andiamo in un pub e inizio a non capire più un cazzo. So solo che mi ritrovo su un tuk-tuk e l’australiano mi dice: “Adesso ti faccio vedere le vere fighe.”
Mi ritrovo in un bordello. Le ragazze sono sedute a semicerchio. Sono una ventina e le puoi scopare per 3000 baht tutta la notte. Il prezzo è ridicolo anche se le ragazze sono a livelli di modelle. Oggi 1 ottobre vado con l’inglese a vedere i monumenti e poi andiamo a Patpong e a Nana, i quartieri delle puttane.
Domenica 1 ottobre) Non posso raccontare tutto quello che mi succede o scriverei un  libro porno. Ogni 10 minuti mi succede una cosa assurda. Io e Mark, l’inglese, visitiamo i templi (il più bello è il Wat Arun). Tipi si presentano e inventano una sfilza di cazzate per incularti che neanche Dario Argento riuscirebbe. Io e l’inglese non li calcoliamo ma a volte sbagli e gli rispondi: è un monologo di 10-20 minuti di stronzate mix Napoli mix thai. Ho deciso di fare un esperimento: portare un napoletano qui per vedere cosa fa. Uno ci ha sparato che i templi che vogliamo vedere sono chiusi e quelli che dice lui (e non esistono!) oggi sono gratis. Dopo 30 minuti irrimediabilmente arriva un tuk-tuk e il tipo dice: “20 baht e vi faccio vedere mezza città.”
Alcuni hanno una tessera pacco del governo. Il più assurdo degli assurdi è un cieco (o finto?).  Va in giro e canta col microfono mentre il socio (dietro!) lo guida con una catena-guinzaglio. Alla sera andiamo al solito locale (Silkbar). C’è una bionda davanti a me che mi fa esplodere l’uccello. Sarà 1,90 metro, le coscione lunghe e abbronzate. Ma ha il tipo. E qui inizia il libro porno. Racconterò solo il 30% dei fatti successi. La superfiga di ieri si presenta e mi dice: “Mi ricordo di te.”
E io: “Anch’io.”
“Perché?”
E io: “Perché sei molto bella.”
Io, Mark e un olandese siamo concordi nel non capire se è una superfiga o un supertrans. Allora chiedo al tipo del bar. Lui finge di non capire un cazzo.
Io gli dico: “Non dirgli un cazzo.”
Morale. Antisgamo si avvicina e confabulano. In 2 minuti lei si siede vicino a noi. E’ metà thai metà mon, una indios tribale della Thailandia. Si chiama Hen. E’ stecchina  come una Gina Lynn e ha la terza. Di faccia è come una di Penthouse. I nostri dubbi persistono. L’inglese, Mark, si fa convincere e lei/lui (?) ci porta in un altro locale. Appena ci alziamo tutte le cameriere(!!) compresa la superfiga si girano e ci guardano allibite. Io rimango di merda. Una figura di merda così in centro a Khao San non è plausibile: allora è davvero un maschio. Appena arrivati al nuovo locale lei/lui (?) va a ordinare. Mi giro e c’è una tipa inglese da sola e gli chiedo: “Tu che cosa pensi, é un maschio o una donna?”
E lei: “E’ un maschio.”
Nicole, l’inglese si siede con noi.
Mark è in superpacco.La situazione precipita quando una basca davanti a noi (superfiga) si gira e mi sorride: “Anche secondo me.”
Hen torna. Io e Mark non capiamo un cazzo di quello che ci dice e morale capiamo che lei ci dice di essere un ladyboy. La molliamo. La basca mi vuole scopare e la cosa è reciproca (ma c’è il suo tipo), Nicole va all’aeroporto. La cosa più importante è un’altra. E Mark è d’accordo con me. La reputazione ! Mi dirigo al Silkbar. Fermo tutte le cameriere e gli dico: “Big, big mistake. Noi non lo sapevamo.”
Ma le cameriere attaccano bottone di brutto e ci svelano: “No, no. Non è un lady-boy. E’ una donna.”
Un poliziotto di fianco diventa nostro amico e anche lui è concorde: “Era una donna.Ve lo giuro su cosa volete.”
Partiamo per Nana. E da qui racconterò solo il 10% degli avvenimenti. Mark continua a ringraziarmi per il posto dove l’ho portato. Quello che farà Mark non è raccontabile. Le tipe thai hanno un potere nel tocco. Di solito quando mi faccio una tipa mi eccito gradualmente mentre me la faccio. Le thai invece appena mi toccano, anche solo il braccio, me lo mandano in tiro. Le thai scherzano sui miei capelli. Dopo varie peripezie a Nana andiamo a Cowboy che fra l’altro non vedremo perché all’incrocio ci fermiamo da una bancarella e prendiamo da bere. Le commercianti sono due. Una è da otto e sembra japan, una è da 7,5 ed è metà malese. Poi arriva una terza tipa ma è piccola. Si struscia e si presenta. E io la allontano: “No tu non hai vent’anni, meno.” ( Stimo 15-16.)
E lei: “Sono brutta?”
Io: “ No, sei carina ma sei una bambina.”
Purtroppo ottengono l’effetto opposto e lei s’impunta con me. Io allora ci provo con la malese e la baby si rassegna. La malese mi arrapa di brutto e la cosa più divertente è che non è una prostituta e che prima di farmela ci devo provare per un bel po’. Lei abbandona il suo lavoro e mi si siede davanti. Mi dice che non è educato provarci dopo solo 10 minuti e intanto mi striscia la schiena sul petto e mi tocca i muscoli. Prima di farmela ci metto almeno un’ora. In quel lasso di tempo all’incrocio del marciapiede della strada a quattro corsie con il semaforo, io con una mano gli lavoro il capezzolo e con l’altra la pussy. Intanto Mark è sistemato e la baby ha trovato uno. Il tipo è 1,95-2 metri ed è palestrato. La cosa più grave è che mentre se lo fa ed io scaldo la mia malese la baby mi fa le lingue. C’è anche un japanese che si è fermato a 1 m e si fa le seghe guardando me che lavoro la malese. Poi il gigante della baby si alza, si avvicina e mi dice: “She likes you.”
Io: “I like 20-30 years no less.”
Così io continuo a farmi la mia malese. Verso le quattro io e l’inglese siamo invitati dalle thai girls.
L 2) Oggi io e Mark  abbiamo perso il pomeriggio per cercare una cazzo di body building gym. Quelle trovate su Internet volevano 10-20 euro al giorno (!) perché erano per i ricchi. Poi la dritta giusta ce l’ha data il nostro amico cop: 1,5 euro. Sto imparando a usare i bus e così per spostarci nella capitale prima spendevamo 1-2 euro, ora ne spendiamo 20-30 centesimi. Alla sera abbiamo visitato Patpong, il quartiere del sesso che ha reso famosa Bangkok nel mondo dei turisti. Ma nanà è molto, molto meglio. A 200 metri abbiamo beccato il festival sikh e l’inglese si è stupito delle cerimonie. Decine di fedeli che lanciavano decine di noci di cocco e le rompevano contro l’asfalto, un tipo che bagnava la folla entusiasta con acqua mescolata a frutta. Mark l’ha definito scary perché possedeva la prerogativa di avere uno spiedo di 40 cm infilato nella faccia da una guancia all’altra. Quando l’inglese si è girato s’è ritrovato di fronte ad una bancarella su cui c’erano due pentole, una zeppa di larve e l’altra di cavallette. Mark non voleva credere che li mangiavano. La cosa più strana è che davanti alle statue delle divinità hindu danzavano un nugolo di lady-boy. Solo ora sto smaltendo psico-fisicamente il cambio di fuso orario ed inizio ad inquadrare i thai. Le ragazze naturalmente cercano di fare le furbe perché e’ il loro lavoro ma sono molto buone. Escludendo le troie dei bordelli e considerando solo  le ragazze normali, mi capitano dalle cinque alle 10 occasioni giornaliere di scopare o quasi. Con le ragazze normali funziona così. C’è un gioco di sguardi. A volte iniziano loro a volte inizio io. Poi la conosco e ci provo dopo circa… 3 minuti. Mi diverto perché non ci sta subito e allo stesso tempo però poi inizia a toccarmi (non il cazzo!...) o mi invitano a casa loro. Beh, che io sono bello e sensuale non è un’opinione ma una verità ineluttabile. Oltre alle mongoliche giornalmente mi capitano due-tre nord europee che sono più facili delle thai. Le uniche storte mentali che se la tirano (e infatti nessuno le considera) sono, provare a indovinare: al terzo posto (e mi stupisco che non abbiano la medaglia d’oro) le italiane; al secondo posto le francesi, al primo posto le israeliane. Ovviamente generalizzando.
Verso le 22.00 non ho più voglia di provarci e così ci sono le zoccole dichiarate. E’ un altro tipo di sballo l’approccio perché è totalmente tua e puoi farci quello che vuoi.
La birmana invece è un’ossessione: mi alzo al mattino e faccio il promemoria della giornata ma dopo pochi secondi il mio cazzo interviene e mi dice di immaginare la birmana nuda. La cosa che mi fa arrapare di più sono: la sua pelle, la sua faccia, i suoi occhi e il fatto che mi provoca di continuo e poi non ci sta. Oggi l’ho invitata fuori ma non viene. Subito dopo i suoi no mi provoca deliberatamente. La cosa che più mi fa arrapare è la luce calda dei suoi occhi. Ogni mattina sale al mio piano per lavare. Fra poche ore subirà l’agguato del selvaggio.
La bellezza media delle thai è 8!! Ci sono due tipi di thai, quelle con gli occhi marcatamente a mandorla mischiate alle cinesi, e quelle che hanno la pelle scura e il viso con gli zigomi più marcati che sono le thai geneticamente completamente autoctone.
M 3) La burma non è salita e così ho dovuto sostituire l’agguato con la trappola. E’ stato un trucco facilmente capibile ma non potevo certo scervellarmi. Gli ho detto: “Puoi salire (?), ho un piccolo problema in camera.”
Subito dopo l’ultimo gradino è partito l’attacco. La burma è retrocessa. E non c’è stata. Poi si è fermata e mi ha detto: “Alle 18.30 sono libera.”
Ma alle 18.30 e solo al martedì ci sono i migliori incontri di thai-boxe allo stadio Lumphini e così ho declinato l’appuntamento. Non mi ha dato neanche un bacio ma non era per nulla incazzata, anzi. Oggi io e Mark ci siamo allenati. Poi siamo andati allo stadio Lumphini. Nel parco che lo precede c’è una tettoia e sotto tutti i macchinari e gli attrezzi di body building. Chiunque può allenarsi con soli 20 baht. L’unico problema è che è piena zeppa di gay (non lady-boy ma gay super-muscle). Io so solo che appena siamo passati davanti due hanno posato gli attrezzi  e in posizione da buttafuori ci hanno squadrato e ci hanno mandato un bacio. Altri due si sono dati di gomito. Beh, che sono bello non è un’opinione. A novembre quando mi allenerò lì, mi scasseranno il cazzo tutto il tempo. I gay thai non sono come quelli europei, sono molto più diretti. Allo stadio Lumphini abbiamo mangiato e bevuto a una bancarella con solo 90 centesimi. Lo stadio Lumphini non è immaginabile per un occidentale. Noi al terzo anello ( a 25 m di lunghezza dal ring, in altezza siamo a 3 metri) siamo seduti su sottili gradini di cemento ( 2% di occidentali). Al secondo, panche di legno ( 20%). Al primo, seggiolini di plastica ( 80%). Lo stadio è sotterraneo e travi di legno e  lastre di metallo reggono la tettoia di latta. Gli incontri si vedono bene. Ogni incontro dura sei round. Al primo round tutti sono seduti e i fighters si studiano e si scambiano pochi, razionali colpi. Al secondo round scoppia il caos di una vera e propria  Sin City. I fighters si tirano duro e gli spettatori iniziano a gridare e a fare gesti ai  brokers (tutti i abusivi?) I brokers sono cinque o sei nel nostro settore, più o meno sono cinque per ogni 70-100 spettatori.  Tutti i thai e le thai scommettono almeno una volta mentre alcune thai isolate agganciano gli occidentali (due o tre alla volta) per il sex. Né io né Mark riusciamo a capire il metodo organizzativo. Fatto sta che uno da 10 metri può urlare al broker, questo passa parola agli altri e la scommessa è accettata. Si tengono tutto a memoria. È incredibile ma se uno cerca di fotterli loro hanno la poesia stampata a memoria, a centesimi di baht!! Una città deve essere come Bangkok se no è noiosa. Entrati alle 18.30  ne usciamo fuori alle 23.30. Mi prendo tre spiedini di pesce da un ambulante con le spezie thai: sono buonissimi ( 25 centesimi l’uno). Alla sera io e Mark ci salutiamo perché lui prenderà il bus e io il treno. Oggi non mi sono fatto nessuna anche se mi sono capitate…( a parte la burma) una sola (!) occasione e cioè con la fighetta cinesina della palestra. Mark invece è stato invitato (davanti a me) da una fighissima (8.5) puttana del bar della sua guest house. Domani lascio questa città e parto verso il mio habitat naturale, la giungla…ma prima ho preparato una nuova esca per la burma. Anche se ho l’orologio, ho detto al cinese che si gira le palle di notte che non ho sveglie e alle nove devo svegliarmi. Se mi manda su l’amica della burma gli incendio l’albergo.
M 4) Puntata 1; 5.00 del mattino : bussano alla mia porta. Mi sveglio e il mio cazzo mi dice di immaginare la burma nuda. E io: “Si, va bene la immagino!”
Ma è buio, buio pesto. Il mio segna le 4.30. Che il cinese si sia rincoglionito!? E poi alle 4.30 la   burma non è ancora arrivata al lavoro! Che sia la mia vicina australiana che vuole ancora la carta igienica? Mi alzo, apro la porta. C’è una thai. Mai vista in nessun m² di khao san…! E io: “Yes?!”
E lei: “Want you bum-bum?”
Io: “No, sono in partenza.” 
“Sono brutta?”
 “No, domani devo andare a cercare i leopardi.”
Lei borbotta in thai.
 “Guarda che sono un’appassionato di leopardi e domani andrò a cercarli.”
Lei mi prende per il culo: “Che cazzate dici!”
Io: “Te lo dico per l’ultima volta io cerco gli animali nelle foreste.”
Lei: “Posso dormire qui?” 
“Guarda che devo dormire.”
 “Anch’io… bla-bla-bla.” In thai.
Io: “Guarda che non ti pago.”
E lei: “Posso entrare?”
Fatto sta che io mi corico e lei si corica. Io mi giro dall’altra parte e lei: “Ti piacciono anche le tigri?”
Io: “Guarda che io non scherzo.”
“Sei gay?”
“No. Sono un pervertito, mi piacciono gli animali.”
Lei: “Sei vergine?”
 “Anche.”
Allora inizia anche a strusciarsi.
Io: “Guarda che ho sonno.”
“Sono brutta?”
 “Domani devo cercare i leopardi.”
“ Vuoi che ti faccio un pompino?”
 “Guarda che devo dormire.”
 “Sei bla-bla-bla…” In thai.
E io: “Ti faccio un ditalino se la smetti di disturbarmi.”
E lei inizia a ridere: “By the fingers to me? Ah ah ah…”
A questo punto la mia vicina australiana avrà sicuramente sentito ma una che viene a chiederti la carta igienica non può proprio parlare.
Lei “500 baht.”
Io: “Come, io ti faccio un ditalino e ti devo pure pagare!”….
Puntata 2, 8.00 del mattino: oggi è un altro giorno non alcolico e berrò solo coke e sprites. Io non vorrei scrivere un diario porno ma è quello che mi capita ogni 30-60 min. L’esca non è servita perché alle 8.00, quando mi sono svegliato, appena uscito dalla camera la burma mi ha incrociato. Morale: non c’è stata. Prendo il treno per Hua hin. Appena usciti da Bkk si vede la vera essenza della Thailandia. I suoi prati, le sue cittadine. Ci sono anche alcune favelas spettacolari: sono pulite, fra gli alberi, tutte al di là di un canale, cosicché ogni abitante possiede un ponte che lo collega alla porta. Poi sul treno mi succede una cosa che non posso raccontare ma me la scrivo per ricordarmela. Scendo così nella penisola di malacca ed abbandono il blocco continentale asiatico. Essendo che l’Europa non è e non sarà mai un vero continente, l’Iberia è la penisola più occidentale dell’Asia, la Malacca quella più meridionale. Il viaggio è uno sballo, ho scelto e sceglierò sempre viaggi diurni perché voglio vedere ogni metro quadro del paese. Prima di Hua hin ci sono delle basse colline arrotondate dalla vegetazione lussureggiante che sale diagonale fino a una breve palestra di ruvida roccia arcaica per poi ricomparire sulla sommità incappucciata. Le tipiche formazioni montane dell’Indocina, meravigliose. Arrivo a Hua hin e qui divido il racconto in puntata 2a e puntata 2b. Puntata 2a: non è colpa mia, sono loro che sono così. Hua hin è una cittadina piatta, tipo Rimini, che si affaccia sul Golfo di Thailandia.  All’inizio sembra quasi anonima poi, giri in centro e ti accorgi che Nanà e Patpong più le vetrine di Amsterdam al confronto sono monasteri di clausurica castità. Io non posso camminare a Hua hin senza avere un’occasione ogni 10 minuti. Vado al change e cambio gli euro in baht. Una delle tipe addette (7.5) sta mangiando una specie di calippo. E così appena mi vede inizia a roteare la lingua sulla punta del gelato ridendo con l’amica. Cazzo gli devi dire a una così!? Ok, mi arrendo. Voi thai-girls siete the best of the world. Non c’è inglese,  svedese, ghanese che tenga il confronto. Io: “Stasera?”
La conversazione dura 5 minuti, l’appuntamento è fissato per le 9.30 al “Big hotel.” (?). Vado a visionare la palestra dove mi allenerò. Le receptionists  (7 e 8) mi dicono: “Levati la maglietta.”
Al che io mi chiedo che cazzo sta dicendo e dove cazzo sono finito? Io mi levo la maglietta: “Why?”
E le receptionist iniziano una lunga contemplazione-meditazione sui miei pettorali. Così per le 9,30 ho un triplo appuntamento. Tutte in un posto. Tanto il terzo orgasmo giornaliero posso controllarlo per ore. Questi episodi da fantasie da film porno, qui a Hua hin sono eventi comuni. Neanche a Bkk mi succedevano queste cose. Vado a Seven eleven, appoggio l’acqua sul balcone ma la cassiera (6) non batte, incrocia le braccia e ride. In quegli istanti i miei sospetti convergono tutti in un’unica direzione e infatti: “Sorry, i pay water.”
Lei: “Cosa fai stasera?”
Io: “ Va beh, alle 9.30 al big hotel.”
Mi fermo davanti a un ristorante a parlare con un tipo. Questa è la scena che avviene: la cameriera (7) serve il piatto. Il tipo, farang, le passa un bigliettino. Lei lo mette in tasca. Morale: più tardi usciranno insieme. Puntata 2b: la prima puttana che mi ferma stava tagliando l’aglio con le altre ragazze sue colleghe. I bar dove andrò sono tutti attaccati l’uno all’altro e tutti con lo stesso criterio arredativo  e la stessa ampiezza (36 m² circa): bancone con sgabelli da troie, biliardo e tavolini con divani. Comunque. La prima ragazza è una dei miei stereotipi ideali: 4° di reggiseno, coscione, guancione e sguardo da cazzi e soldi tutto l’anno lavora tu che per me è sempre Capodanno. Me la voglio fare di brutto solo che prima voglio vedere gli altri posti e mangiare. Sono sudato e anche affamato. Ma girando, tutte mi fermano, tutte!! Ce l’hanno con i miei cappelli che definiscono funny. Al 4° go-go bar ho visto come funziona a Hua hin. Le tipe sono fighe, non modelle ma belle (6-7-8). Per quasi ogni go-go bar  di Hua hin me ne slinguo una. Uno può pensare che schifo: ma qua le puttane non si fanno un tipo dietro l’altro: dopo che ci giochi a biliardo e bevi e gli paghi da bere (1,2 euro) ne sceglie una e la porti su o via per tutta la sera. Fatto sta che fingo di essere interessato e gli dico che dopo torno così prima te la puoi fare soft. Fatto sta che alla fine mi devo nascondere e fare delle stradine secondarie per evitarle una seconda volta e così ritorno dalla prima. Ci gioco a biliardo, le prendo di brutto ma la testa di cazzo fa finta che deve telefonare all’amica e mi lascia in balia dell’altra (6) che non sa un cazzo di inglese, così me ne vado. Ma adesso per raggiungere la seconda scelta devo rinascondermi e evitare di essere visto da quelle a cui avevo promesso di tornare. Ne becco una che non avevo visto. E’calda di brutto ( faccia 6.5, cosce 10) ed è troppo simpatica.
Inizia a dirmi “I’m so horney, you’re so horney , you want bum-bum with me?”
 Io ho la patina appoggiata alle sue gambe super, super sexy, me la limono ma vorrei farmene un’altra.
Lei: “Ma adesso non puoi andare in giro con il cazzo in quel modo, perché si vede.”
E qui fa una cosa che solo una thai-girl può fare. Ferma due tipe normalissime che stavano tornando dalla spesa, mi gira e gli dice “Guardate, secondo voi può andare in giro così.”
Da questo momento in poi conio un nuovo epiteto per le go-go girls. Da questo momento si chiamano le ragazze in gamba. Tutti i modi di fare, il modo di gesticolare  di questa tipa sono spettacolari. Così me la scopo. Poi mi reco alla ricerca del ristorante ma incrocio una cinese di 1,80 (9 di faccia) che è al livello di bellezza di una modella e così faccio il bis. La cosa che mi fa più ridere è che 3 m dopo un go-go bar, le massaggiatrici mi chiamano, le altre ragazze in gamba del successivo go-go bar mi chiamano e poi ci sono dei rincoglioniti indiani che vendono calzoni e mi chiamano. Non me ne è mai fregato un cazzo dei vestiti figurarsi ora che posso farmi una ogni 3 m! Per farmi deviare dalle ragazze in gamba un thai o un cazzo di indiano l’unica cosa che potrebbe propormi sarebbe la certezza di avvistare una tigre o un leopardo. E quei coglioni continuano a rompere le palle, ma non vedono che ho da fare? Nonostante le continue “molestie” delle ragazze in gamba riesco finalmente a raggiungere un ristorante semivuoto in riva al Mar Cinese e qui inizia la puntata 3: io non faccio nulla, né le guardo per niente, niente, ma le due cameriere iniziano a curiosare sulla mia vacanza. Una sembra un’indios (7) , l’altra è tipo una malese (7). Quest’ultima riesce a scavallarle il servizio al mio tavolo e così mi racconta un sacco di cose. Come tipa sembra una ragazza che sa il fatto suo ma allo stesso tempo molto difficile. La prima cosa che mi dice che mi fa prudere di malizia è che: “La mia amica è una che andava con uno dei suoi amici italiani ma io invece non ci sono stata con l’altro perché non sono una tipa da una botta e via.”
Le thai a differenza di parecchie esteuropee e di troppissime italiane sono simpatiche così quando inizia a dirmi delle cose inutili gli chiedo a che ora finisce di lavorare. Nel giro di 2 secondi mi da puntello 50 m più in là per non farsi sgamare. Così devo calare il pacco alla commessa, alle tipe della palestra e a quella del change. Mi viene a prendere in motorino e poi mi ribadisce che comunque non è una tipa come le altre thai ( naturalmente ci proverò). Mi porta a bere ma sorprendentemente mi conduce nei go-go bar. La fermo e gli racconto che non posso entrare e anche il perché. Lei si diverte una cifra: “Davvero, appena sceso dal treno te ne sei fatte due? Quanto? Ahahah.”
Allora mi porta in un locale. Siccome lei gioca al gioco di quella che vuole solo storie fisse, io gioco al gioco di quello che ha scelto lei perché mi ci trovo bene e se anche vuole solo parlare mi sta bene lo stesso e lei: “Vuoi andare con un’altra prostituta? Alzati se vuoi.”
E io: “No, te l’ho detto. Sto con te.”
Si informa di quando e dove vado. La verità è che l’ho scelta perché dopo il super sesso diretto di prima voglio divertirmi a provarci con una che fa resistenza. Provo a baciarla e infatti non ci sta e questo mi diverte un sacco. Ma dopo 10-15 secondi mi dice: “Vieni un attimo di là, in bagno, perché ti devo dire una cosa.”
Io la seguo destando i risolini dei clienti. Lei mi chiude fuori dal bagno, poi esce quasi subito e mi dice: “Non provarci più perché non sono quel tipo di ragazza.”
Ora: 1) mi ha portato in un luogo isolato; 2) in bagno; (!) 3) basta guardarla negli occhi. Così me la limono. Poi lei mi dice: “Ho lasciato il portafoglio a casa, puoi pagarmi tu da bere?”
“Certo.” (Scontato!)
Poi lei mi porta in un altro locale e così io e la mia malizia sgamiamo che lei prende la percentuale sui clienti che porta nei locali. Io accetto perché era una cosa che avevo già calcolato. Poi trova un altro trucco: “Qui non c’è la musica thai, andiamo dove c’è.”
Io accetto e fingo di reggere il gioco perché tanto l’avevo già calcolato e perché mi diverto a vedere cosa fa per cercare di ingannarmi. E’ un karaoke e lei canta molto bene anche se la musica mi fa ammosciare l’uccello. Poi lei inizia a fingere di tradurmi le canzoni thai  dicendo cazzate cariche di doppi sensi: cazzata n°1 :questa canzone parla di uno che va con le prostitute ma a volte trova anche tipe serie; cazzata n°2: questa parla invece di uno che si è già fatto due donne: riuscirà a farsi anche la sua ragazza? A questo punto rispondo: “Io dico che il tipo ci riuscirà.”
La cazzata n°3  è che si mette un cazzo di anello e blatera in thai. Alle 2.00 la porto in camera mia. Alla fine, in totale le pago 10 euro da bere (già calcolato perfettamente!). Lei è un po’ spaccata ma ragiona. Io sono sanissimo naturalmente perché al mercoledì sono sobrio come un neonato e mi sono sparato cinque o sei coche. Lei mi dice: “Io non faccio sesso spinto la prima sera.”
Me la slinguo, ha le labbra molto calde ma resiste e mi dice: “Sono due anni che non ho un cellulare, mi puoi dare 1500 baht per comprarlo domani? Ma non pensare che mi stia vendendo.”
 Io fingo di reggerle il gioco: “Io lo so che non sei così, lo puoi trovare a 500 baht.”
“No, no.”
Io non cedo.
Lei: “ Gliel’hai dati 1000 baht alle due troie prima!”
Morale: non me la dà. Ma non si incazza, anzi mi continua a slinguare.  Anch’io non mi incazzo perché sono più balordo di lei e lo sapevo che voleva entrambi ( i soldi ed il sesso). Dice di non avere il cellulare e poi si fa dare il mio numero e mi da puntello sabato quando tornerò a Hua hin. Mi dice: “E’ tutto a posto con me?”
“Si.”
“Sei sicuro che ti presenti sabato?” 
“Si.”
Si chiama Phu. Mi sono fatto circa una cinquantina di donne in tutta la mia vita e questa è una delle migliori baciatrici che ho incontrato. Domani, anzi tra poche ore, mi recherò al mio primo parco nazionale. Il caos selvaggio solo sa che cazzo mi succederà… anzi che figa mi succederà.
G 5) Bene. Seduto sulla spiaggia ascolto le eterne onde del Mar Cinese. Il bosco dietro è lungo 200 m e poi diventa fitto e si inerpica sulle preistoriche colline dalle rocce grigio-violacee che eruttano dalla giungla. Fra gli alberi si sentono i langur saltare e verseggiare. Mi apposto 5 minuti ma non riesco a vederli. Inizio fare dei versi insensati e loro mi rispondono. Traducendoli etologicamente sono tutte minacce e avvertimenti che devo stare alla larga. Sento il frusciare di rami fra le foglie, vedo il legno dondolare ma le scimmie sono invisibili.  Arrivo alle caverne. Sono tre, larghe circa 50 metri. Le antiche pareti rocciose si innalzano per 60-70 metri verso la volta forata e il cielo nuvoloso. La prima è attraversata da un ponte di roccia naturale e nei rari anfratti e nicchie c’è una cascata pietrificata composto da materiale giallo-giallognolo. La cascata fruiva in un fiume di cui naturalmente è rimasto solo il letto che scivola sotto un basso arco  ( 2 metri) di roccia nel quale si intravede la seconda grotta piena di stalagmiti calcaree. Il primo approccio è breve perché sono arrivato a pomeriggio inoltrato. Stamattina con il treno sono arrivato qui. Gli dico a un vecchio di dirmi quando devo scendere. Il thai annuisce e dopo pochi minuti mi dice: “40 market.”
Io lo guardo, gli guardo la borsa e mi sembra una normalissima borsa della spesa e mi chiedo che cazzo vuole vendermi!?
Poi lui spara: “1 dollar.” (40 baht).
ll testa di cazzo voleva i soldi per l’informazione e così si prende un bel vaffanculo, gratis! Qui  è  come essere in un Far West tecnologicizzato e motorizzato. E c’è solo una tipa che sa l’inglese. Sono tipo le bidonville dei documentari sul Burkina Faso o sul Ciad. Case-negozi di latta, cani pelle-ossa che dormono in mezzo alla strada. L’unica differenza è che nessun umano muore di fame. Mi sparano cazzate più grosse di quelle di BKK: chiedo per il ritorno e una si offre di riportarmi per € 20!! Con € 20 lei ci fa la benzina per due mesi….quanto mi costa alla fine in verità tornare?: 1 euro! Salgo una ripida scalinata per aggirare un promontorio e dopo 500 metri c’è la mia spiaggia. Dormo in tenda. Record di spesa: 50 centesimi per dormire, 20 per mangiare!
V 6) Primo vero giorno di trekking. Il mio programma prevede 16 km. Le basse colline dalla roccia liscia sono ammantate di giungla, a volte alla sommità sono rotonde, altre volte sono frastagliate ed erose in pinnacoli. Sono in coppie o isolate fra gli acquitrini e la pianura. Sarebbe un paesaggio meraviglioso se non fosse deturpato da strade asfaltate, allevamenti di gamberi e favelas. Due fidanzati mi caricano sullo scooter ed in tre mi accompagnano alla collina più alta (naturalmente dopo che il tipo ha fatto mettere la tipa davanti a lui). La scalo. Quasi in cima sento ancora le scimmie saltare ma stavolta le vedo. Sono due grigio-nere ( non ricordo se si chiamino gibboni, entelli o langur). Sono a 3 metri da me, mi guardano e poi scappano saltando. Dopo 5 metri arrivo a uno sperone di roccia rialzato che dà sul mare . Di fianco ci sono 6 scimmie. Io mi siedo e così mi accettano e invece di fuggire  ricominciano a farsi i fatti loro sui rami. Per quanto riguarda il panorama questo non è un parco nazionale. Il governo thai lo chiama così ma io decido che non è un parco nazionale. È uno scempio, uno schifo come tutto ciò che viene manipolato dallo scialbo genere umano: strade asfaltate, allevamenti, risaie, catapecchie, non c’è nulla di selvatico e la giungla di pianura si vede 30 km più a sud. Voto 3. Il peggior parco che abbia mai visto.
L’altra sera dopo un po’non davo più retta alle cazzate che mi sparava Phu. Phu è gradevole da ascoltare ma quando da femmina dice cazzate per fotterti i soldi io non gli do peso e così mi sono ricordato di una cosa che invece ho ignorato proprio perché mi ero rotto le palle: abbiamo bevuto dalle 11 alle 2. Io coca e lei birra. A un certo punto lei si sfila l’anello e se lo mette su un altro dito e mi dice: “Adesso sei tu.”
Oggi ci provo con una e lei mi mostra un anello sullo stesso dito dove se l’era messo Phu. E io mi ricordo il dettaglio e in pacco gli chiedo: “Che cazzo vuol dire?”
Lei:“Ho un boyfriend.”
Questa tipa, una ranger, è fighissima e in mezz’ora la faccio cadere. Voto di faccia 8.5. Sessualmente è una vera thai ed è super-super good. Comunque sia, domani, invece di proseguire a sud sono costretto a tornare a Hua hin. Con Phu vado d’accordo ma io potrei innamorarmi solo di una pantera o di una leonessa. Il problema è il mio onore e prima che rimorchi un altro cliente devo levargli quell’anello e mettere le cose in chiaro: io non sono il tuo boy-friend, chi tace non acconsente, ero distratto quando hai detto questa stronzata.
S 7) La situazione è insostenibile. Dormo dalle tre alle 4 h al giorno. E l’unica cosa che non capisco è perché non svengo. Ovunque vado loro ci provano, sono loro che iniziano. In palestra, al ristorante, al pub, le negozianti dei negozi, bancarellaie, ovunque vado qualcuna cerca di rimorchiarmi. Per non parlare poi dei go-go bar dove infatti non passo più perché se no è la fine. Non mi danno tregua. Mi accordo di solito per 2 h, ma sia le ragazze normali, sia le prostitute dei go-go bar dopo che mi sono addormentato, non passa un’ora che lei mi sveglia e senza chiedermi un baht  in più mi vuole riscopare. Le thai sono extra-calde. I metodi che usano per svegliarmi variano da tipa a tipa, alcune fanno casino per niente e quando mi sveglio iniziano ad accarezzarmi, altre mi chiamano e mi salgono sopra, io gli dico: “Tired, tired.” E a loro non gliene frega un cazzo e continuano a palparmi e a baciarmi fino a quando non cedo, altre mi svegliano deliberatamente e me lo dicono chiaro: bum-bum. Finita la 3° chiavata dormo. Dopo un’ora mi risvegliano. Sono loro che devono pagarmi non io, perché dopo la 3° chiavata non vengo neanche più. Non posso andare in queste condizioni nei miei sacri parchi nazionali perciò ho deciso di non andare a Ko Samui che è l’apice. Ko samui è Sodoma e Gomorra. Se vado a Ko Samui mi trovano morto di stenti. Mi sento come i leoni che quando le leonesse vanno in calore se le devono scopare 30-40 volte al giorno e finito il periodo riproduttivo sono pelle-ossa. Dormo 4 h a notte, faccio palestra, oggi ho fatto 17 km a piedi sotto il caldo tropicale e poi vengo assalito. Oggi mi sono fatto una strafiga (8.5) e una bruttina (5.5) ma tettona. Non volevo fare un cazzo ma uscito dalla palestra ho commesso un errore fatale: sudato esco in strada a petto nudo e cerco una strada laterale per evitare i go-go bar e le thai in generale perché se entro nella via dei go-go bar a petto nudo è la fine. Ma nella via laterale cosa c’è? 2 go-go bar. Ed è stata la fine. La superfiga appena mi ha visto ha battuto le colleghe e mi ha bloccato. Per quanto riguarda Phu non ce l’aveva più l’anello e il suo vero tipo è thai. Sono uscito anche con l’altra cameriera, una fighetta cinesina (7.5). Questa non è una vacanza, è un film porno. Con le thai ci puoi fare tutto e venire dove vuoi perché sono forti e maschiacce e in pratica sono ninfe, tutto l’opposto di tante europee che  fingono di essere mezzefrigide. Ogni tipa ha una caratteristica cazzata che mi deve dire: una di quelle di oggi mi dice:  “You’re very young.”
E io: “Cosa vuol dire che sono molto giovane?” ( Lei ne aveva 35.)
E lei: “Perché mi lecchi tutte le gambe.”
Io: “Cazzo c’entra il leg-sex con l’età?”
Lasciamo perdere le sue spiegazioni ridicole. Ora ho imparato a starci dentro con 5-6 euro. E’ stata una scelta non solo economica ma anche energetica perché nei ristoranti thai la carne delle loro ricette che ti portano è buona ma è a pezzi e non riempirebbe neppure un anoressico. Così questo è il nuovo metodo di cibo: 1 mattina: seven-eleven succo di fragola o cocco, coca e acqua; 2 12.00 : ricetta thai con riso 50-70 ct; 3  19.00: bancarelle ( unico posto dove trovi dei pezzettoni di carne): salsiccia thai, pollo, maiale o altro oppure spiedini di pesce ( buonissimi) 1 euro; 4  20.00:  ristorante: ricetta thai 1.5-2 euro. Domani, cioè oggi ormai, vado a Chumphon, una tappa logistica per avvicinarmi al confine malese. Tra poco le due figone burme della mia guest house vedranno tutti i profilattici nel cestino e penseranno che sono un alieno ma la verità è che quest’ultima me la sono chiavata solo 2 volte, gli altri goldoni si sono rotti.
D 8) Continuo la mia discesa verso sud nella penisola Malacca. Qui la Thailandia è più bella. A est, una bellissima catena montuosa striscia stretta e lunga e parallela alla ferrovia. Si erge dalla piana di palme o di risaie. Riesco a vedere i suoi confini meridionali e quelli settentrionali paralleli alla corsa del treno. Superata, a ovest, un’altra arcana altura s’innalza. La foresta la ricopre fino a tre quarti di altezza. Li il monte o collina è spoglio perché la roccia bianco-giallognola diviene verticale e la palestra arriva fin quasi alle cime arrotondate e boscose. Queste colline indocinesi sono fra le più belle che ho visto e sono anche più belle delle highlands scozzesi. Nella piana, invece, i boschi di palme non mi piacciono perché sono colture e così mi chiedo se non era meglio andarmene per due mesi nella taiga dell’Alaska, del Labrador o della Kamchatka. Ma poi, per la prima volta la vedo. La vera giungla. Il treno passa vicino a una riserva. La giungla è vergine, primeva. Le foglie di un verde intensissimo scendono spioventi non lasciando neppure 1 mm³ di vuoto. È semplicemente stupenda, affascinante. Devo ammettere che è ancora più bella della taiga. Perciò la nuova classifica è: N° 1: giungla 2 taiga 3 foreste di sequoie e foreste nere di conifere 4 foreste di querce 5 foreste montane di conifere. Oggi, seguendo il programma mi sarei dovuto fermare a Suratthani ma per la stanchezza scendo qui. Qui le donne sono tranquille, anche troppo e infatti solo una ci prova con me. Mi indica  il petto e mi sorride ma io non mi fermo. Non ci sono go-go bar, solo thai-massage con la scritta vip, quando c’è vip vuol dire che le ragazze in gamba sono care. Vorrei andare a guardare ma è in un vicolo cieco. Io e tre siamo gli unici farang e perciò anche se i thai fingono di guardare altrove, appena mi giro li sgamo che studiano tutte le nostre azioni. Mangio due dolcetti buonissimi a 20 ct. La tipa, al posto di metterli sui tovaglioli usa delle foglie profumate. Mangio uno spiedino di polpette, 20 ct. E poi in un ristorantino che sembra abusivo perché altro non è che il garage della famiglia di imprenditori: 60 centesimi. Oggi non mi sono fatto nessuna. Alle 21.00 mi chiudo in camera e mi leggo il mio libro.
L 9)  Per la prima volta riposo come si deve. Per colpa delle coincidenze ferroviarie sono costretto a fermarmi qui. Chumphon è placida, fin troppo. E’ l’inizio della Thailandia meridionale e la Lonely riporta che è l’inizio di un cambio di mentalità. In effetti anche oggi ho avuto solo un’occasione, con la lavandaia. Ma poi è arrivato il suo tipo.
La tipa della guest house ha risposto così alla mia domanda sulla lavandaia: “I turisti si fermano qui solo un giorno e poi via.”
Tradotto: qui non c’è un cazzo da fare. Ho fatto 3 h di palestra. Adesso mi alleno gratis perché ho scoperto che in ogni città il governo thai gestisce una palestra gratis per consentire a tutti i thai di allenarsi. In questa gym i thai sono belli grossi. Essendo mongolici non sono prorompenti ma definiti tipo Bruce Lee. Più una palestra è grezza e più rende. E’ la povertà che porta forza, non la ricchezza. Ci sono sette panche!! I bilancieri sono fissi e non smontabili: quattro da 70 kg, 3 da 20. Se vuoi puoi aggiungere ma non diminuire. Al posto delle finestre ci sono dei pertugi per l’aria. Niente ventilatori. Una sola macchina, un mix sgangherato di pectoral, pulley etc.
M 10) Oggi ho aggiunto un nuovo elemento al mio menù: proverò un frutto malese o thai al giorno e mi sono pentito di non averlo fatto prima. il frutto di oggi è doppio, nel senso che la polpa ha un sapore e la ghianda centrale (morbida) un altro. Ho fatto 10 h di treno. Il paesaggio della Thailandia meridionale è molto boscoso. La gente ha la pelle più scura, quasi nera ( tipo indiani) e i lineamenti più caucasici e meno mongolici pur mantenendo gli occhi a mandorla. Sul treno potevo farmi la venditrice di riso ma non parla inglese. Sul treno salgono dai 5 ai 10 venditori di cibo: ali di pollo, coniglio, ( tutta condita con ottima e piccante salsa thai), frutta secca, bibite. Costano una cazzata e sono buoni. I tipi si fanno i soldi. Ma sono tre quelli che vendono di più: c’è una tipa che riempie dei sacchetti di plastica con acqua e ghiaccio, aggiunge il tipo di sciroppo richiesto e ci mette la cannuccia: la bibita è fatta. Un tipo invece vende canne di bambù: tu la apri e all’interno c’è del cibo, non so cosa. Ma la n° 1, che per ogni fila di sedili ne vende almeno due è: ti mette un 100 g di riso dentro delle foglie intrecciate che fungono da piatto, ci mette salsa e spezie thai e pochi pezzi di pollo: 15 baht! ( 30 centesimi). Calcolando che i treni sono sempre pieni e i thai mangiano anche alle tre di notte questa si fa più soldi di un impiegato o di una cameriera!
Lungo il tragitto ho varcato il confine di Babilonia che è Suratthani. Da Bangkok a Suratthani ( porto per Samui) ho già spiegato che se uno si vuole farsi una tipa, se ne fa 3. Ma qui al sud la situazione è diversa e le possibilità diminuiscono fino a standard europei. In più non parlano inglese. Da segnalare lungo il tragitto delle splendide colline. Erano 4, ognuna separata dalle successive da 500-700 m di prato e campi coltivati. Avevano forme semiconiche, larghe quanto basse. La parete con pendenza del 50%, boscosa, quella all’80-90%, rocciosa. Le cime strane. Poi c’era un’altra collina con quattro cime come se fosse una specie di cammello. Ora sono ad Hat Yai, a circa 900 km da Bkk. Anche oggi niente sesso.
M 11)  Ieri qui i muslim hanno fatto un attentato al mercato. Comunque, andiamo in ordine cronologico.  Appena cala il tramonto, le ragazze in gamba appaiono come vampiri dall’oscurità. Quando alle 18.00 scendo, la hall del mio albergo è trasformata in un bordello. Ed è anche uno dei pochi alberghi dove le ragazze hanno un’età matura. È incredibile, ma negli altri posti che qui si chiamano karaoke-bar l’80% delle puttane ha fra i 14 e i 18 anni!! E’ una sorta di città per semipedofili. Se vuoi una ragazza scopabile ( dai 20 anni in su)  la devi cercare con il lanternino. E io lo giuro sul mio onore che comprerei una telecamera solo per filmare le scene perché se no uno non ci crede. Anch’io non ci avrei creduto se non fossi stato qui e l’avessi visto con i miei occhi. A Bkk, Hua hin, ecc la prostituzione è normale e i casi di babytroie sono rari o assenti (Hua hin), ma qui, al contrario sono rare le donne dai 20 anni in su!! I semipedofili li vorrei vedere perché non ho mai visto un pedofilo in faccia ma le vetrate dei karaoke bar sono colorate e si vedono solo le sagome degli schifosi e delle piccole girl. Se non ci fosse la polizia mi sarei già picchiato a sangue sia con loro che con le baby perché una baby non mi deve neanche parlare e invece cercano di fermarmi e mi strattonano. Così ritorno al mio albergo perchè è uno dei pochi posti dove ci sono donne e non ragazzine e qui succede la cosa più brutta che abbia mai visto. Quando te lo raccontano è una cosa ma quando lo vedi è un’altra cosa. Abbordo una troia cinese. Ci sediamo sul divano della hall contrattando e poi lei chiama l’amica. L’amica scende con un bambino di 4-5 anni. E la cinese mi dice: “Possiamo portare anche il bambino in camera per tot baht.” 
Ora, la cinese sente solo il mio: “Me ne vado.”
Non lo sa cosa penso e non lo sa che vorrei ucciderla immediatamente e non lo sa che è solo la polizia che la tiene in vita. Quando vado in discoteca non è che sono in pacco o preso male è che sono così incazzato che continuo a pensare allo schifo che ho visto. In discoteca finalmente ci sono le donne adulte. La musica è una figata ed è tipo number. Sono l’unico farang e così appena le cantanti-ragazze-immagine (che ballano benissimo) finiscono di cantare si schierano a 3 m da me. Una è come Cindy Crawford cogli occhi a mandorla, le altre sono fra l’8 e il 10. Mi circondano a semicerchio. Una parte e mi prende il braccio e mi dice: “Ti dobbiamo parlare.”
Mi vuole portare in mezzo a loro….posso scegliere fra cinque super super fighe ma Cindy Crawford è la più bella thai che ho visto dal vivo… come tutte le thaigirl o le svedesi non se la menano per niente. Ancora adesso mentre scrivo e dopo essermi fatto anche una tipa che racconterò dopo penso alle cosce supersexy sue e dell’amica. Io non capisco quelli che fanno sesso al buio. Io godo di brutto a pomparla guardandogli le cosce. Io scopo le sue cosce. Comunque dopo mezzanotte riesco a trovare un’altra ragazza in gamba di trent’anni e mi siedo con lei nel suo pub di 3 m per 1 m. Lei è la mami, cioè il boss del pub, mentre le sue due dipendenti potrebbero fare arrapare solo un pistolino di 16-17 anni. Dopo 10 minuti arriva una poliziotta che ha appena finito il servizio e si siede con me e la mami. Dopo 5 minuti ho già capito cosa vuole e così mollo la mami e inizio a provarci. Lei come da copione fa finta di non starci e poi mi porta in un bagno con una scusa tipo Phu. Si mette a 90° sul lavandino fingendo di truccarsi ma io so che è maliziosa e cosa vuole e così io mi appoggio dietro e la sbaciucchio. Così lei sente il mio cazzo che è già duro. Lei  accetta i baci ma non mette la bocca e non ci sta. Tornati al tavolino la mami ha ormai capito chi io ho scelto e così le tre ragazze in gamba litigano con la mia sbirra che ovviamente in poche battute chiarisce che lei è una cop e vince lei. Così io e la sbirra usciamo insieme. Lei è un maschiaccio e fa il solito gioco delle femmine: fingere di non starci ed appena smetto di provarci mi provoca. Così per 4 h!! Me la faccio nella sua macchina. Ha la peculiarità che le piace avere l’orgasmo mentre le lecco i piedi supersexy e mi tocca i pettorali. Mi dice anche una cosa estremamente piacevole ma già la sapevo perché mi conosco e perché me l’ha detto anche la deutch. La sbirra è la prima tipa thai che non ho pagato in nessun modo, anzi è lei che mi ha pagato da bere.
S 21)  Appena sceso dal traghetto (21.00) uno prende subito le botte dalla security ( non so perché). La  polizia grida e spintona la gente per smaltire la colonna. Sono l’unico occidentale. Nell’ufficio mi prendono il passaporto e poi mi lasciano da solo con una tipa (7). Io mi siedo quattro seggiolini più in là ma lei mi dice di sedermi vicino. Non so se è una puttana, una criminale o una poliziotta in borghese. Me la potrei fare subito lì. Alla fine risulta che è un’amica di una poliziotta. Me la potrei fare anche con  le 2 sbirre (6-7), ho il puntello nel giro di 5 minuti di conversazione ma il loro servizio finisce troppo tardi. Poi arriva un poliziotto che mi si siede di fianco e mi chiede se sono sposato, poi mi chiede dove vado a dormire e mi guarda intensamente le gambe (non sapevo che ai froci piacessero anche le gambe, credevo che gli piacessero solo i muscoli del torace).
La tipa ride e mi dice: “Meglio io, eh?”
Appena esco dal porto tutti i ragazzi radunati lì si trasformano in pseudo-taxisti. Uno cerca di rapinarmi e mi dice: “Ti porto io all’albergo Papandigam, vieni con me.” E mi indica un vicolo buio. La piazzetta davanti al porto è gremita di motorini parcheggiati;
Io: “Perché?”
Lui: “Il  mio motorino è là.”
Io: “Vallo a prendere che ti aspetto qui.”
 I motorini sono dappertutto, l’unico posto dove non c’è nessun motorino è quel fottuto vicolo. Lui va. Io salgo con un altro e me ne vado. Cerco un ristorante. Tutti cercano di fermarmi e al confronto i tuk-tuk men di BKK sono piacevoli. Non sanno l’inglese. La Lonely scrive: “Andatevene da qui, non è un bel posto.” Sono tutti delinquenti, basta guardarli in faccia. I guidatori di risciò mi seguono per 40- 50 metri insistendo come zanzare: “Mister, shopping, restaurant, drinking.” Scelgo il locale. Mi siedo. 
Gli dico al padrone: “Portami il menù.”
Invece quello parte e prepara 5-6 piattini di cibo. Uno sconosciuto che passa per caso davanti al locale mi vede, si ferma ed entra nel locale. Spiaccica un po’ di inglese: “Want you eat?”
 Io: “Yes.”
Lui: “Ci penso io.”
Io mi chiedo che cazzo voglia questo e da dove cazzo salti fuori. Fatto sta che va da quel coglione che di sua iniziativa mi sta preparando i piatti (che lui ha deciso!!). Passa qualche minuto e il tipo è ancora lì. Io mi alzo e vado là: per ogni piattino c’è un doppione. Io gli dico all’ “interprete”: “Chiedigli quanto costa, ma solo il mio.”
 Lui: “E io?”
 “Chiedigli quanto costa, solo il mio.”
Entra un faccia di merda da picchiare subito che è l’ambulante delle bancarelle davanti e spara: “5 dollars.”
Il padrone mi guarda e mi dice: “5 dollari."
Io prendo e me ne vado mentre tutti e tre i coglioni mi chiamano “Mister, mister, bla bla bla.”
Infatti entro in un nuovo ristorante e mangio con 1,7 eur. Nella mia camera ci sono gli scorpioni. I cani randagi salgono al primo piano e ululano. Io scendo e il receptionist dell’albergo dorme ribaltato sulla scrivania, mezzo nudo.
Io: “Ehi, amico! C’è uno scorpione in camera.”
 Lui non capisce un cazzo di inglese.
Io: “Chiudi la porta che entrano i cani, li senti?”
Questa volta a gesti capisce.
 Lui: “No. Non sono i cani, è l’imam che prega.” E mi indica la moschea. Cazzo gli devi dire a uno così. Niente. Non gli puoi dire un cazzo. Perché se uno è così è così e basta. Salgo e cerco inutilmente lo scorpione che si è nascosto fottutamente bene. Mentre i cani continuano a girovagare liberamente per il corridoio mi bussano. E’ una tipa, brutta (5), in vestaglia, ma tettona: “Ti ho visto, sei nuovo?”
 Questa è più assurda della cinese dell’altro ieri. E’ presto per inquadrare le indonesiane ma questa è rincoglionita.
Io: “Non ho i goldoni.”
 Lei: “Neanch’io.”
Io: “Come non hai i goldoni? Fai la prostituta e non hai i goldoni?”
Lei: “Fa niente, facciamolo senza.”
Io: “Ti do i soldi, valli a comprare.”
 Lei: “Non ho voglia.”
Così devo sbattermi io. Poi mi abbasso i pantaloncini. Lei lo guarda con finto ribrezzo  e mi dice: “E’ duro, mi fa male.”
Io. “Perché gli altri quando ti scopano come ce l’hanno: moscio?!” 
Lei: “Si.”
Io: “Ma non dire cazzate e non rompermi i coglioni.” 
Mi accordo per 2 scopate. Mentre me la scopo lei continua con la sua ridicola pantomima: “Mi fa male, ahah.” 
Vengo la prima volta. Esco. Lei mi prende il cazzo e se lo rimette dentro e dice: “E’ sporco quello che facciamo ma continua.”
Poi bestemmia e mi dice di spingere più forte e mi regala anche la terza fottuta. Io non so se a tutti sia capitato di scopare mentre pensi: “Adesso gli tiro una testata e gli  spacco il naso e la testa contro il letto.”
D 22)  Ci provo con la receptionist ma la puttana di ieri mi rovina tutto. Parto per il nord (18.30-11.00 il viaggio.) Qui sono le mie preferite fra le mongoliche per i lineamenti molto sensuali e per la pelle super sexy giallognola. La popolazione è poverissima ma tranquilla. La gente mi offre addirittura da mangiare. Una tipa, molto bona (7,5), è l’unica che parla inglese e viene a conoscermi. Alla pausa del bus mi vuole portare a mangiare. Io le dico che vorrei mangiare ma in un posto più isolato per stare da solo con lei. Lei si emoziona e mi dice: “Anch’io voglio stare da sola con te.”
Di faccia è molto bella, ha il seno grosso. Lei ci sta e io anche. Siccome però lei si ferma 100 km prima di me non si fa niente. La notte è buia, lungo la strada non ci sono lampioni e così rimane un mistero fino a domani.
L 23) Dal villaggio il lago è carino, non di più. La cosa più interessante è il mercato dove sembra di essere nei documentari sul Burkina Faso o sul Biafra. Qui è più povera  ma spendo di più perché tutti i commercianti applicano tariffe per i nativi e altre per gli occidentali e i japan. E non c’è un cazzo da fare, sotto tot non riesci a contrattare. Dormo con 2,5 euro e mangio con  2,5 euro (!!). Faccio il giro della città con l’intento di tastare i  prezzi, comprarmi i miei  dolcetti e  tornarmene a leggere ma in un ristorante m’imbatto in due sorelle e non so perché ma ci sto dalle 16.00 alle 20.00!! ( Senza mangiare). Una, Martar, sa l’inglese (8) e la porto in riva al lago, ci provo e non ci sta anche se ha fatto di tutto per farmi capire che ci stava. Sia lei che la sorella mi dicono che sono hansom. Me le voglio fare tutte e due ma per motivi culturali  sono maledettamente lunghe. Qui sono religiosi ma non come in Europa o in Usa, bensì tipo 1800 o casa della prateria e seguono alla lettera la religione. Il provarci con entrambe mi diverte tantissimo. L’altra, Lakshmana (6), è la classica naughty girl e sono sicuro che appena riesco a essere da solo me la faccio in 2 secondi. Mangio da loro. Ci diamo appuntamento a domani. Tranquillo me ne torno verso la mia guest house che per dovere di cronaca dovrei descrivere ma non lo farò: è davanti al mercato Burkina Faso e tanto per non stonare con un’eventuale cartolina è come doveva essere una locanda al tempo degli assirobabilonesi; è grezza e fighissima, amo stare nella povertà perché è la mia essenza. Comunque cammino e conosco una tipa su delle scale di un edificio. Fra ieri e oggi ci ho provato con tre e niente. Questa invece me la scopo per 2 h in casa sua. Lei, Shanti, non sa l’inglese, di faccia è 6,5, 3° di reggiseno e fa di tutto tranne che i pompini. A un certo punto le esce sangue.
Io: “Vuoi che mi fermo?”
Lei: “No, no tranquillo.”
Poi mentre me la faccio fa come le thai e mi palpa i pettorali come se fossi una donna ma in più me li stringe con le unghie verso la parte bassa. La mia passione per l’etnografia trova riscontro. Io: “Come mai le ragazze sono così difficili?”
Lei: “Io sono di Bali.”
Un’altra landa nella mia collezione privata.  Ieri pensavo che la receptionist mi prendesse per il culo invece per le indonesiane noi europei abbiamo il naso molto pronunciato (non scrivo lungo perché se no uno pensa che sia una metafora con il cazzo).
M 24)  Esco con un tipo dell’isola, ci vado d’accordo di brutto. E’ come Pino Madonna con gli occhi a mandorla. Ha i lineamenti da guerriero, mi sta simpatico a pelle. Ora conosco meglio il pensiero della people. Il fatto che ieri abbia scopato è stata una vera fortuna ( perché la mia bellezza è una fortuna). Non sono assolutamente facili. Oggi Marthar mi ha spiegato le regole nazionali: prima del matrimonio niente sesso sotto la cintola e se si usa la lingua segreto rigoroso.
Io: “It’s fucking boring.”
Naturalmente non le credo ne alla sua amica che è “vergine” ne al mio amico che conferma.
“E’ tradizione limitare i rapporti sessuali prima del matrimonio.”
 L’unica a cui credo è la sorella: “Sono vergine! Vuoi provare?”
Qui i conti iniziano a tornare perché una femmina dietro la pudica facciata nasconde sempre pensieri più spudorati e più caldi di quelli dei maschi. Tutti ridono (anche la madre), tranne me. L’amico divertito mi dice: “Please, non fare niente, sta scherzando.”
Marthar sostiene che solo le naughty girls fanno sesso prima del matrimonio. A conti fatti io ho già incontrato 4 naughty girls a Sumatra e non capisco se davvero la tradizione culturale influenzi così tanto la gente o se appena rimango da solo la posso mangiare dalla testa ai piedi. Quello che suppongo è che cadrà. Sicuro che cadrà. Non so perché ma vado d’accordo parecchio con questa tipa. Lei continua a ricordarmi di quando ieri ci ho provato. E poi mi invita alla città più importante della regione dove ribadisce che saremo soli io e lei.
A tavola bevono acqua calda. Lo fanno bollire e poi la bevono. L’acqua fredda è ritenuta non gustosa. Mangio il rendang, uno spezzatino freddo con salsa scura. Ottimo.
M 25) Io e due sposini inglesi andiamo in bus. Due modelli gay si siedono vicino a noi mentre una tipa molto carina conversa con Louise, la sposa dell’inglese. Come ho già detto, qui i gay non nascondono la loro natura e in ogni gesto o tono vocale traspare la loro attitudine sessuale. Nonostante la forte tradizione islamica e cristiana integrale, alla gente non gliene frega un cazzo se uno è gay, anzi, gli asiatici non li sfottono mai come avviene in Italia.  Louise gli dice che è veramente bello e lui: “Lo so, lo so.” 
(Sono due modelli). Uno mi vuole regalare la sua foto ma ovviamente non se ne parla neppure. Un’altra tipa cerca di entrare nella conversazione, uno dei due modelli la liquida subito e con disprezzo le dice: “ Tu sei una donna, lascia stare.”
L’altro modello invece dichiara apertamente a Billy, l’inglese: “I love you.”
Louise sorride stupita.
Billy risponde al gay: “I love she .She’s my wife.”
Ma lui calmissimo e indifferente allo sguardo della ragazza inglese continua a provarci con suo marito. Poi appena la ragazza indonesiana scende, Louise ci fa vedere il biglietto che le ha lasciato: “Indirizzo, e-mail, ci possiamo rivedere, mi piaci tanto.”
I due inglesi e io ci guardiamo ridendo ma la tipa che il gay aveva liquidato, sbattendosene il cazzo che sono sposati spara: “Sei molto hansom.”
Siamo circondati: 3 gay a sinistra, la lesbica è appena scesa e dietro c’e’ la tipa senza ritegno. E così ci facciamo le 4 h di viaggio fino alla city che Billy definisce “horrible town”.
Un deutsch ha una guida perfetta, un italiano fa tutte le furbate possibili ma la sua guida è comunque responsabile, un napoletano segue solo il proprio codice stradale( chi prima arriva passa), ma comunque guida in modo cosciente. Un thai a nord rasenta la morte, qui invece sono degli psicopatici. Billy non capisce perché non ci schiantiamo in un frontale. L’unico motivo per cui non muoiono ogni volta che impugnano un volante è che sono tutti psicopatici. Le precedenze non esistono. Non c’è neanche il rapporto di forza camion prepotente con bus,  bus prepotente con macchina, macchina con moto. Semplicemente il primo che molla si ferma. E così vedi motorini che arrivano a 1 mm dalla morte che però fanno fermare camion e bilici oppure automobilisti costretti a proseguire il loro viaggio in mezzo al prato per evitare frontali con i pulmisti. La strada che costeggia il lago è uguale per curve e strettezza a quella del lago di Lecco con tanto di scarpata. E agli indonesiani non gliene frega un cazzo. Con 5-10 metri di visuale, superano. Ci sono molti  macachi sul guardrail che mangiano la frutta. Poi arriviamo. Loro l’hanno già vista. La prima cosa che vedi sono i suoi edifici surreali che sembrano appena usciti dal cartone animato “Ken il guerriero” e  un traffico che ucciderebbe un napoletano. Quando ci fermiamo agli ingorghi i conducenti di opelet (bici o motociclette con la carrozzina tipo seconda guerra mondiale) spiaccicano la loro faccia da favelas sul finestrino e sorridendo fissano le cosce di Louise. Gente mezza nuda sporca come spazzacamini che cammina a piedi nudi, ma la cosa più impressionante è un bambino che è un mostro allo stato puro: ha il labbro squarciato fino al naso e non so come cazzo è ma un dente invece di partirgli dalla gengiva scende esterno dalla narice. L’autista mi chiede: “Dove ti fermi?”
Io: “In centro, sicuro.”
Perché è l’unico posto dove “forse” non ti uccidono a calci in faccia e ti rubano anche le mutande. Mi alleno in una palestra in una via sassosa nella periferia della città-bronx. L’autista di opelet del mio albergo mi dice: “Don’t worry: rimango qui con te.”
La gente della palestra  si dimostra molto brava anche se sono dei delinquenti. La palestra è da fotografare. Macchine arrugginite senza carrucola, pectoral montabili, guanciali aperti a metà, pavimenti sbriciolati fino alla sabbia, buchi, pesi senza numero.
G 26) Se non fosse stato per la cazzata che ho fatto 1h fa (13.00), oggi sarebbe stato il giorno più divertente della vacanza. Ma partiamo dall’inizio. Ore 9.00. Arrivo alla stazione dei bus. Appoggio il mio zaino sul muretto e mi siedo a 3 metri per mangiare da un bancarellaio.  Dopo 2 secondi il mio zaino è circondato da cinque tipi che si siedono intorno e con indifferenza fingono di parlare o di guardare la gente. Così mi alzo e mi riprendo lo zaino. 2 secondi e i tipi spariscono. Salgo sul bus. Il pullman parte ufficialmente alle 10.00 ma dopo 200 m l’autista si ferma, va a mangiare e riparte solo quando il bus si è riempito (30-40 minuti.). Partiamo. Oltre all’autista ci sono due bigliettai: si mettono sulle scalette di fianco alla porta e chiamano la gente ferma lungo la strada. Se la gente risponde, il bus si ferma e la gente sale. Dopo poco il bus è stracarico. Uno dei bigliettai mi fa spaccare. Ci prova con tutte le tipe che salgono e la maggior parte se la diverte pure. Come ogni europeo ha un cellulare, così ogni bambino indonesiano ha un fucile giocattolo. Morfologicamente è come un fucile a pompa ma tecnicamente è un mitragliatore. Così, usciti da Medan in ogni villaggio che passiamo, i bambini ci mitragliano. I proiettili sono pallini di plastica che provocano dolori un po’ più forti di un pizzicotto. I passeggeri si schermano gli occhi ma la pioggia di proiettili colpisce inesorabile alla cieca. Il bigliettaio è quello che le prende di più. Poi, in un villaggio, una di queste gang, sale armata fino ai denti. Ogni bambino ha dai 5 ai 10 caricatori. Salgono proprio vicino a me. Da quel momento la situazione precipita perché i bambini sulla strada li vedono e oggi 200 metri circa ci prendiamo una scarica di 10-20 pallottole. Uno dei bigliettai si diverte di brutto perché io rido e mi diverto come i bambini mentre gli adulti sono preoccupati per i loro occhi e per i piccoli lividi. Stanco di prendere le botte nella schiena, il bigliettaio prende i bambini e li fa salire sul tetto del pullman, ufficialmente lo fa perché: “Così possono reagire.”
E qui inizia la guerra del Vietnam. In ogni piazza di ogni villaggio scoppiano le battaglie. I passeggeri si abbassano sotto i sedili, quelli in piedi si coprono il capo. In alcuni casi la pioggia di proiettili viene dal nulla perché i “nemici” dei nostri guerriglieri sul tetto sono nascosti sui rami degli alberi, altre volte appaiono dai vicoli tipo tafferugli ultras, altre volte si alzano dai canali di scolo asciutti. A volte sono semplicemente nelle case. Arrivo al villaggio con due lividi; uno in fronte e uno sullo stinco. Mi inoltro nel Parco nazionale, uno dei più importanti al mondo. E’ vasto (130 x 50 km). Il fiume marrone scorre fra l’altissima giungla spiovente e lussureggiante. Gli  alberi sono in parte diversi da quelli malesi e assomiglia di più all’Amazzonia. Ci sono due splendide cascate prima di un’ansa a gomito di cui una è seminascosta dalla vegetazione. Il trekking nella giungla è pesante. Sentieri fangosi, scivolosi, di 50°, il caldo umido che ti rompe il culo. Ormai la velocità di marcia a queste latitudini è ufficialmente tarata: 12-15 km al giorno, non di più. La mia fortuna mi assiste e così incontro il mio primo serpente equatoriale: aggiro una roccia e lui è lì a 2 metri. Nero, stretto e lungo circa 3 metri striscia fra le foglie più grandi di due palmi di mano: cobra. Devo guardare sul libro di quale precisa specie si tratta. Ci sono anche gli orango tango, tigri, pantere, pitoni ma la fortuna ha un limite. Torno al villaggio. Così mi reco al mio bungalow e una tipa mi ferma: “Ehi, dove vai? Io sono (boh) e tu?” Perplesso la fisso. Quello sguardo mi ricorda qualcosa. E lei: “Sono thai.”
Io: “Aaaah!” Ecco perché.
Avrà 16-17 anni ma si inventa che ne ha 23. Mi da appuntamento più tardi e mi assicura che mi farà vedere il passaporto. Ma siccome non ci credo neanche se leggo la data non mi presento. 
Vado a mangiare da una mia amica islamica. Un rompicazzo arriva e mi dice: “Vuoi ragazze?”
Io: “Qui ? In un villaggio di 300 abitanti, prostitute?!”
Lui: “Scegli chi vuoi: 12 euro una scopata, 20 tutta la notte.”
Si riferisce alle cameriere della mia amica.
Io mi presento e mentre ho schierato i miei scacchi pronto per provarci il cornuto ha la bellissima idea di sedersi con noi con i suoi amici. Uno dice di essere una guida, è come Bob Marley e sbrasa di continuo. Così quel scassacazzo mi rovina la possibilissima chiavata. E qui succede l’assurdo fattaccio. H 21.00. M’ incammino da solo sul ponte. Il ponte è fatto di assi e canne di bambù e i parapetti sono dei triangolini di fil di ferro del 30, verticali, ogni 1,80-2,00 metri. Costeggio il fiume. Le bancarelle sono tutte chiuse. Deserto totale. Oscurità pressoché globale ( esclusa la Luna). Dopo 100 metri  incrocio una figura. Sarebbe una donna ma i lineamenti non sono distinguibili. Descriverò il dialogo senza aggiungere una virgola per dare l’idea del tempo reale degli eventi. Lei mi ferma e mi dice: “Io sono Clara.”
 “Io Fabio.”
 “Parlo poco inglese.”
Mi mette una mano sul cazzo e senza chiedermi una rupia mi dice di seguirla dietro le bancarelle. Io: “Sei un lady-boy?”
 “No.” Mi rimette la mano sul cazzo e mi dice: “Andiamo.”
 Costernato e incredulo le dico: “Aspetta che arrivo.” E me ne vado. Penso: solo un lady-boy può fare così. Non ho mai visto una donna  fare così. Torno indietro. Clara è sparita/o. Vado al mio bungalow. Incontro due guide. Gli spiego l’accaduto. Loro “Lady-boy? Non ci sono qui!”
“Come si chiama?”
 Io: “Clara.”
 Loro si mettono le mani nei capelli: “Clara!?  Lei è una donna! Lei è così.”
Ribalto la sedia con un calcio. Loro ridono e mi dicono: “Non ti preoccupare, domani sera la reincontri. Ma…. vuoi una ragazza, domattina?”
Io: “Fuck! Sono al verde, fino al 21 non posso prelevare dalla mia banca.”
 Lui: “No, no. Non è una prostituta. E’ una mia amica. Semplicemente le piace farlo con gli occidentali. Ma la conosci.”
Io: “La conosco?”
“Ti abbiamo visto che ci stavi parlando.”
Io: “Chi?”
“La cameriera.”
Secondo calcio alla sedia. L’oscurità totale è l’unica cosa che salva il cornuto dalle botte. Oggi avrei potuto fare un’orgia, con Clara, l’islamica e la cameriera e invece me ne vado a dormire sognando la faccia del cornuto dentro il mio ventilatore.
V 27) Entro nella jungla con un deutsch, una filippina e una guida locale che mi raccomanda di non svelare a nessuno, il prezzo che mi ha fatto. Vediamo due madri  orango tango e due piccoli. La luce intelligente che brilla negli occhi di un lupo o di una lince è una luce aliena all’uomo, la luce degli orango tango fa impressione in un altro modo perché è come guardare negli occhi un essere umano. La prima madre la becchiamo dopo 1 km; usa le liane a conca come un altalena ed è seduta a circa 4 metri dal suolo. E’ così abituata agli umani che allunga la mano e prende la frutta che la guida gli offre. La seconda invece è più interna alla foresta. È a 10 metri di altezza e passa tutto il tempo a fissare ora noi, ora il suo cucciolo distante 20 metri. Becco un  albero spettacolare. Ha 350 anni ed è colossale. Sentiamo i gibboni ma non li vediamo. Al ritorno invece becchiamo le scimmie dalla coda di Thomas che volano da un albero all’altro a 15-20 metri dal suolo. Al villaggio aggancio la cameriera di ieri e lei mi da subito appuntamento a “later.” Siccome però mi si siede di fianco io tasto subito la situazione, mani sulle cosce e no problem. Lei dice di non provarci qui perché la padrona del locale si incazza. Dopo poco sono circondato dalla tipa di ieri (9), una cambogiana (7,5) e la tipa (7) che ha veramente vent’anni. Gli racconto cosa mi è successo ieri notte, e loro “Si, dopo il tramonto qui ci sono tante butterfly…”
Io: “E quanto vogliono?”
Loro: “Ma non le devi pagare, non sono prostitute, sono butterfly, se gli piaci succede.” Sono molto divertite dalla mia reazione. “Ieri era giovedì.”
Io: “Then?”
 Loro: “Ieri c’era solo Clara, oggi è venerdì e ce ne sono 4 o 5.”
 Io: “Cosa? Mi stai dicendo che se alle 10.00 io attraverso il ponte, immerse nell’oscurità, ci sono 4 o 5 tipe pronte a tirarmi fuori l’uccello appena mi vedono?”
Loro: “Sure, ma stasera devi vederti con lei.” (La cameriera).
La cosa che più mi fa impazzire è che la tipa dice queste cose come se fossero la cosa più normale del mondo. Cose da libri di fantascienza o da epica romana tipo ninfe dei boschi che assalgono i maschi. A questo punto sono in pacco di brutto perché la cameriera è la mia mongolica ideale: bona di faccia, guancione sexy, tettona e pelle così sensuale da cum supercaliente.  D’altro canto l’idea di attraversare il ponte e farmi assalire da 4 ninfomani  mi fa divertire. Poi la cambogiana dice: “Non preoccuparti se sono quattro e tu sei da solo, ti piacciono i pasticcini?” Mi offre 4 pasticcini e continua: “Non preoccuparti, provali e sarai felice.”
Le tipe ridono. Io le conto: 4, i pasticcini, 4, le butterfly 4. Ho una mano sulla coscia della cameriera, le altre due tipe sono fighe…ho il cazzo durissimo poi la cameriera interviene e parlano. La cambogiana sorride e mi da una pacca: “Questa sera devi stare solo con tua moglie.”
 Io: “Mia moglie?” (Cameriera).
Le tipe si alzano e mi lasciano con la cameriera. La cambogiana ride, si gira e mi dice: “Qui ci sono tante butterfly! Ah ah ah.”
Lei non sa cosa sta rasentando. Lei non sa che sto per alzarmi, tirarmi fuori il cazzo e rompergli il culo e la figa qui, al di qua del ponte e prima del tramonto. Non me ne frega un cazzo della gente che passa, non perché non mi controllo ma  perché una non può spargere la malizia così e farla franca. Ma la cameriera mi dice: “Noi non siamo butterfly!”
Io: “Come si chiama? (cambogiana)”
Lei: “No, non è Clara, le butterfly escono dopo. Adesso vado a lavorare. Ci vediamo più tardi. Dopo il tramonto ah ah ah. “
Io la  guardo e la fermo: “Adesso ti scopo sul tavolo, non me ne frega un cazzo. Sei tu che inizi non io.”
 Lei: “Non fare così. Later, later.”
Io: “Dopo il tramonto.”
Lei ride: “Non siamo butterfly.”
Adesso sono le 19.30, sono in pacco di brutto e non so cosa fare. Sono a un bivio. Sto per uscire. Cameriera o attraverso il ponte?
Qualcuno mi lancia il malocchio. La cameriera ci sta in maniera palese. Così finito il lavoro io l’aspetto. Si rompe il generatore. La padrona gli fa fare gli straordinari. Sgama che io la sto aspettando. E’ sua parente e così si piazza tipo sentinella per impedirmi di farmela. Così attraverso il ponte. Non c’è nessuno. Nessuna butterfly, neanche Clara. Vado da uno dei pochi baracchini rimasti aperti a quest’ora e chiedo: “Cosa è una butterfly?”
Il tipo e il suo cliente ridono: “E’ una bad girl.”
Io: “Prostituta.”
Loro: “No, non c’è bisogno che le paghi. Loro sono così. Gli piace e basta.”
Io: “Dove sono?”
Loro: “Al party, lì in quel pub. Ma arrivi tardi.”
Io: “Why?”
 “Saranno già sistemate con altri turisti. In quel locale ci sarebbero anche le puttane a pagamento.”
Io: “Ci sarebbero?”
Lui: “Domani e’ Hari Raja ( Natale musulmano) e le puttane sono andate tutte a casa dalle loro famiglie.”
 Io: “Perfetto.” Così torno dalla sedia di ieri e gli rifilo i suoi sacrosanti calcioni.