TYTANCHAOS TYTANCHAOS
IN THE NELLA
GIANTS’ FOREST FORESTA DEI GIGANTI
IN THE NELLA
GIANTS’ FOREST FORESTA DEI GIGANTI
Domenica 24) E’ il mio primo volo. E’ come prima di fare a botte. O prima di mettere la bocca. Sento una leggera tensione al gate d’imbarco. Sull’aereo, appena si accendono i motori la tensione se ne va. E’ come quando sei partito o gli hai messo la lingua in bocca. E mi diverto di brutto. Ho scelto apposta il place al finestrino. Sentire la potenza dell’aereo che ti solleva è il 1° sballo. Il 2° è quando il velivolo raggiunge l’altezza massima, abbandona la traiettoria diagonale e prende quella orizzontale. Voliamo fra le stelle e le nuvole. Su cui piovono i raggi del sole che brillano come miriadi di pepite d’oro su un mondo tutto bianco. Decollo da Londra, con un bestione della British. I miei vicini sono una coppietta del colorado della mie età. La tipa mi parla di tette e io mi chiedo che cazzo stia dicendo. Poi inizia a dire che le ragazze inglesi sono tutte tettone. Ah, ok. Vuole portare la mia attenzione sulla sua maglietta: lei ha la 4°! Bene, contenta lei, contento anch’io. Alternerò le occhiate all’ oceano atlantico sulle coste irlandesi con le occhiate alle boccione della tipa U.s.a. 4 ore dopo, una landa selvaggia, frastagliata e piena di laghetti interrompe le nuvole: è la costa americana, terranova, le shores del labrador, una delle magiche terre del mio ego. Tagliamo la magica landa e poi l’Ontario e non ho mai visto una terra senza traccia di civiltà così grande. Un’ora prima dell’atterraggio invece si profila il Colorado, una regione arida interrotta solo da campi coltivati di forma circolare. Alla dogana di Denver siamo in fila. Già 2 tipi non li hanno fatti entrare. Uno è arabo, l’altro deve essere un delinquente. Mantengo la mia finzione e cerco d’ingannarli con l’atteggiamento di chi è scontato che entri ma dentro di me so che la mia vacanza potrebbe saltare prima di essere iniziata. I poliziotti sono 4: un cinese, che è il più figlio di puttana, una sbirra buona, una cattiva ed una sexy. Come faccio a sapere che una è buona e l’altra cattiva? Semplicemente dalla faccia. Mi tocca la sbirra buona. Appena vede che soggiorno a Yellowstone mi molla e mi dice di stare attento ai grizzly. Sto per esplodere come se avesse segnato la juve in champions ma l’aereoporto è pieno di gente e mi devo trattenere. Dopo 20 minuti di sbattimenti nell’aereoporto più grande degli States, trovo il bus per il centro grazie ad una hostess che si sbatte di brutto per me e poi mi vuole addirittura dare i dollari piccoli perchè la macchinetta non da resto! Già 2 cazzate sentite in Italia sono cadute: che gli americani sono grassi e che sono scontrosi. Mi sembrano tutti gentili quasi a livello Scandinavia. Sono circa le 19.00 quando il sipario degli Usa si apre a me. A Denver le strade sono larghe, ci sono un 10% di car che in europa vedi solo nei fumetti di fantascienza ( tipo Bob & Luke colorate a mo di bat-mobile), un 70% di jeep e pick-up, i camion belli di brutto con il muso allungato e pochissime moto. Al terminal della Greyhound la mia organizzazione che avevo fatto in Italia si rivela perfetta e tutto fila liscio come l’olio. Sono le 10 di sera e al gate per Los Angeles ci sono un sacco di neri e a quello per Pueblo un sacco di portoricani e messicani che mi guardano molto interessati. Le portoricane sono fighe. Al mio gate, invece, per Salt lake city, ci sono solo sballoni tipo grunge e gente tranquilissima. Il mio calcolo è stato perfetto, ho diminuito il rischio rapina al minimo. Faccio il ticket ameripass. Dura 3 weeks e posso girare dal Pacifico all’Atlantico a mio piacimento, una specie di interrail della Greyhound. Il tipo me lo sconsiglia:
“It’s very expansive!”
400 euro. Poi in fila al gate ci sono scene stravaganti. Una tipa mette la valigia di fianco a me e mi dice:
“Me la guardi?”
Io, allibito, annuisco. Lei se ne va e torna dopo 20 minuti.
Lei: “Thank you. Where are you from?”
Io: “Italy. I say you an advice. Non ci venire mai. Sopratutto in una città: Napoli.”
Lei: “Why?”
Io: “Scriverò all’ambasciata americana su di te e vedrai che ti daranno il divieto. You forbidden.”
Lunedì 25) La strada che porta nello Utah serpeggia larga fra la terra arancio-mattone e la vegetazione caparbia, bassa e brulla dell’arido Colorado. Lo Utah inizia invece con dei piccoli, gradevoli canyon. Sono tipo il Grand Canyon ma larghi solo 100-200 metri , spettacolari, infossati nel deserto sotto di noi e anonimi. Sconosciuti ma bellissimi. Salt Lake City stimo che sia grande come Monza, pulita come la Svizzera e quieta come un paesino della Val d’Aosta. Peccato che il lago disti, forse, 15 km . Mi arrampico su un versante delle colline. Quando giungo all’inizio del sentiero scopro che si tratta di un parco regionale. Aride colline da cui si osserva la piana dello Utah contenuta fra le Montagne Rocciose a circa 50 km . Il grande lago salato è vicino a delle alture granata, basse ed appiattite sulla sommità, in stile Badlands. Il mio primo animale è lo scoiattolo che qui ha la pelliccia grigio-nera sulla schiena. Mentre faccio la fila per il bus il tipo che è di fianco a me mi rivela di essere un ranger di Yellowstone e che mi farà lui il backcountry permit, ovvero il permesso di dormire nella foresta. Il viaggio è lungo. I territori selvaggi degli States sono tantissimi e belli. Non è come nel milanese che c’è una città dopo l’altra. Qui ci sono centinaia di km di subdeserto selvaggio e poi ogni tanto, dalle rocce rosso intenso o dalla sabbia carminia o dalle piante basse spunta una città. Sono ampie. Tutto è grande. Le strade, le corsie. Le abitazioni sono generalmente di legno, non molto curate, basse. Davanti ad ogni casa, immancabilmente, anche davanti alle più “diroccate” c’è parcheggiato o il pick-up o la jeep. Arrivo a Idaho falls che è notte. Non c’è nessun fottuto bus per Yellowstone!! Sono a 160 km dal mitico parco. Nessun fottuto bus!! Il taxi costa 300 $. Oppure mi compro la mountain bike e me li faccio in 3 giorni. Ma il ranger capisce la mia situazione e mi dice: “Domani ti porto io.”
Prendiamo una stanza insieme per smezzare le spese. Ma lui mi dice: “No, tienili i 20 $, divertiteli.”
Sono fottutamente fortunato. Il tipo ci sta dentro di brutto. Poi mi dice: “Mi raccomando, non dirlo in giro ma io sono filocomunista.”
Io: “Up to you.”
M 26) Mike, il ranger, è un volontario a differenza del suo sergente che ci viene a prendere con la jeep militare. Il suo sergente è una bionda coi lineamenti tipo Holland (8). Mike mi dice: “Mi raccomando, non dirlo in giro.”
Io: “What?”
Lui: “Io sono anche pacifista.”
Io: “Sei capitato proprio male. Comunista e pacifista negli States.”
Lui: “Tu? Come la pensi, politicamente; Che Guevara o Adolf o niente?”
Io: “Io credo nella politica dei cimbri e dei teutoni, in caso di sconfitta s’intende. Sai chi erano?”
Lui è divertito di brutto e anche la sergente e così gli racconto la storia dei due popoli fino al massacro di Aix-en-provence.
Lui: “E in caso di vittoria?”
Io: “Allora credo nella politica dei vandali e dei visigoti nella penisola iberica.”
I ranger si divertono di brutto. A mezzogiorno entriamo nel Wyoming. Deviamo in una strada larga ma sterrata e penetriamo in una foresta mista a palude, immensa e incontaminata. Assolutamente bellissima. Poi arriviamo all’entrata meridionale. Il mio progetto prevedeva di partire dalla porta occidentale e così devo cambiare l’itinerario. Sono a Yellowstone, il parco mito di ogni trekker. E’ come la Mecca per i muslim o il Vaticano per i cristiani, almeno una volta nella vita uno come me o come Mike ci deve andare. Mi fanno il permesso e poi mi vendono la mappa spiegandomi nei dettagli il comportamento che devo tenere se incontro un orso. Ovviamente fingo di dargli ragione. Loro non possono sapere che l’etologia è il mio hobby e neppure che so benissimo come comportarmi e che i loro metodi sono al 30% sbagliati. La mia etologia non sbaglia mai perchè è scolpita nel mio ego come una runa in un incantesimo. Io so come stare di fronte a un orso. Comunque gli orsi di Yellowstone e di Yosemite sono speciali. Se mi trovassi a Banff o a Denali con i kodjak non avrei nessun problema ma qui leggere scariche di adrenalina mi accompagnano sulla pista perchè qui i grizzly e i baribal possono decidere di attaccare l’uomo. E’ tutta colpa dei panini che qualche anno fa gli buttavano dai finestrini delle macchine. Gli orsi hanno imparato e poi hanno iniziato a sfasciare i finestrini e a scavallare con delle vere e proprie rapine i turisti. La mia strategia prevede di mettere il barattolo della carne di fianco ai pantaloni così se arrivano gliela lancio in diagonale a 10-15 metri e lui mi mollerà. Old faithful è a 48 km da qui. Dividerò la marcia verso il geyser più famoso del mondo in 2 giorni. A pomeriggio avanzato parto e m’inoltro lungo la pista. La foresta è eterna come quella del Sarek. E’ di conifere rosse. La pista è sabbiosa e così trekkare è più faticoso. Avvisto altri 3 scoiattoli. Poi attraverso una prateria di 5 km di erba gialla. Mike mi aveva detto che dovrò guadare 5 fiumi. Il 1° è largo circa 20 metri , l’acqua mi arriva sopra le ginocchia mentre il corso svolta a nord verso il prato che si spegne contro la foresta infinita che si arena contro le cime splendenti del Grand Teton. Incrocio un lungo serpente e poi 2 aironi. E 2 cervidi a 100 metri . La facilità di avvistamento della fauna qui è impressionante. Ogni 30 min max incontro un animale. Rientro nella foresta e costeggio il fiume Bechelor e il suo canyon marrone-violetto che sull’altra sponda si alza per circa 90 metri . Poi mi accampo. Un fottuto, terribile mal di denti mi rompe le palle con fitte toste e figlie di puttana. Cala la notte di fianco alla cascata. A 15 metri un grosso animale si muove nel bosco. Devo piegare e sopprimere la paura dei grizzly di Yellowstone. Io esco dalla tenda. E’ un alce 2 volte più grande di quello incontrato in Svezia. Mentre dormo ogni tanto mi sveglia tuonando con gli zoccoli sul terreno del canyon.
Voto lanscapes: 8
M 27) Oggi, poco prima della mezzanotte, catalogo il momento come uno dei più spettacolari della mia vita. Comunque ripartiamo dalla mattina: mi sveglio presto e dopo poche ore di sonno interrotte continuamente dall’alce m’incammino lungo la valle di Bechelor sotto la pioggia ormai autunnale. Dico autunnale perchè la temperatura è così. L’ultimo dei 5 guadi mi fotte. L’acqua mi arriva alla pancia, il fiume è largo fra i 7 e i 10 metri , la corrente è impetuosa e mi butta in terra fra i ciotoli. Il fiume mi trascina per 5-6 metri , poi mi aggrappo ad una roccia e mi rialzo. Lo zaino e i dress bagnati non sono un problema ma la macchina fotografica è spacciata ed anche le foto di ieri!! Fanculo! Qui il sentiero inizia ad inerpicarsi. Il suolo delle Montagne Rocciose ha la caratteristica non riscontrabile in europa di essere sabbioso. Sabbioso come una spiaggia. Si parla di diversi mm di spessore. E così con poche ore di sonno, a 4 giorni dall’atterraggio il jat lag si fa sentire. Sabbioso e in salita. Sotto la pioggia. Bene. Circa ogni 20 metri incontro uno scoiattolo chipmunk che attraversa la pista davanti a me e si arrampica sulle cortecce. Se ne potrebbe stare fermo nel bosco e io non lo vedrei ma lui mi taglia la strada. Etologicamente credo che voglia controllare bene se ho cibo interessante per lui. E infatti, appeso alla cinghia del marsupio, ho il muesli. Arrivo su un altopiano pratoso e ampio. Ci sono 2 rapaci che volano intorno al loro nido, fra le conifere. Sono grossi e l’apertura alare sarà più di 1 metro . Appena mi vedono, fischiano e ne arrivano altri 2 che s’inseriscono nel volo della prima coppia e poi insieme allargano il girotondo intorno all’albero. Chiara strategia per contenere una mia eventuale intrusione. Appena mi sono allontanato di altri 50 metri si sono di nuovo sparpagliati. Ridisceso nella foresta vedo 2 femmine di cervo in una radura, così lascio il path per osservarle meglio e a circa 5 metri dal sentiero, fra gli alberi, becco le magiche bellezze di Yellowstone. Ci sono 5 fori nel terreno. Alcuni emettono vapori che si spargono fra l’erba, altri invece contengono pozze di acqua colorata, viola, blu etc. Alle 20.07 arrivo al villaggio di Old Faithful. 35 km di trek. Yellowstone è una specie di quadrato di circa 70 km per lato. All’interno ci sono numerosi path per il trekking e poi una strada asfaltata ad 8. Lungo questa strada c’è Old Faithful. 1 albergo, 1 campeggio, 1 ristorante e qualche bungalow. Mangio un hamburger con patatine. La cameriera slovacca attacca discorso. Alla sera rientro nella foresta e scelgo un posto per dormire. Sono a circa 500 metri dal “villaggio”. E mi addormento nel sacco a pelo. E poi i miei fratelli del caos selvaggio mi svegliano, pochi minuti prima della mezzanotte, come nelle favole proibite. Vorrei esplodere come ad un gol di trezeguet ma poi scapperebbero. Io godo. Questo istante vale tutta la vacanza. 2 sono dietro a 20 metri e si picchiano. Ringhiano e si mordono. Uno sguaisce. Poi davanti a me, a circa 50 metri un 3° canta con un basso ululato. Io esplodo. Esco dal sacco a pelo. I 2 dietro avanzano verso il terzo, io sono in mezzo, loro avanzano in linea retta. Non fanno nessun rumore con le zampe ma li sento avvicinarsi perchè continuano a litigare. Poi il silenzio sotto le conifere buie del parco, nella magia della forza selvaggia. Poi le loro sagome di ombra mi superano di fianco, a circa 20 metri e camminano verso il 3° che li chiama. Mi hanno fiutato. Ed hanno allargato la traiettoria per non incrociarmi. Lupi. A 4 giorni dal mio arrivo sono già soddisfatto del mio viaggio.
Voto lanscapes: 8.
G 28) Oggi ho dormito solo nel sacco a pelo e abbandono la tenda alla reception perchè non mi serve più. Mi siedo sulle panche davanti a Old Faithful. Il geyser più famoso del mondo è circondato da numerosi altri geyser sparsi dall’ architetta suprema lady “natura selvaggia” in questa vallata sabbiosa fra le Rocky. Old Faithful è un cratere calcareo grigio circondato da terra bianca. Sbuffa sempre vapore mentre aspetto il minuto fatidico dell’ora fatidica. Il tempo arriva e come ogni giorno il geyser erutta fra gli applausi del pubblico. La fontana calda si erge per 20 metri mentre gli altri geyser sbuffano. M’ incammino lungo questa landa per km. Le forme dei geyser sono così strane e gradevoli che è difficile descriverle seguendo i criteri della geometria. Ci sono anche decine di sorgenti calde: il fumo si alza da pozzi naturali. Sembra che il vapore abbia sciolto e poi squarciato questa terra. Altri contengono acqua viola, azzurra, verde. Lungo la marcia passo a 7-8 metri da un bisonte che sta leccando la corteccia di un pino. Smette. Mi da un occhiata. Solito trucchetto segreto per evitare che si prenda male e lui ricomincia a gustarsi il suo pranzo tollerandomi. Secondo me i bisonti sono gli erbivori più belli esteticamente. Sono grossi, robusti ed eleganti come pugili dei pesi max. Questi americani hanno la pelliccia folta e scura intorno al collo e alla testa. Poi m’inoltro praticamente solo nella foresta bruciata dall’incendio del 97. C’è un canide che cammina davanti a me. E’ lontano. E’ troppo grosso per essere una volpe, troppo piccolo per essere un lupo. Lungo i 20 km che mi separano dal campeggio di madison lui appare ben 4 volte, sempre fra i 40 e i 60 metri . Mi segue ed è così furbo da farlo dal davanti per evitare che mi insospettisco. Sono stanco di brutto perchè il jat lag è su di brutto ma il delinquentello mi fa divertire. Arrivo a Madison. C’è un fiume meraviglioso che serpeggia stretto e placido nella prateria mentre le cime delle Rocky lo guardano immobili e solenni. Vado a prendere la piazzola per dormire e la ranger mi dice: “A lots of miles. How many?”
Io: “Si vede?”
Lei: “Dagli occhi. Quanti?”
Io: “68 km in 2 giorni e mezzo, ma è il jat lag che mi spacca.”
Io vado per piazzare il mio sacco a pelo e lui è lì. A 10 metri . Mi ha seguito e poi mi ha aspettato. E’ grigio-argento, poco più basso di un pastore tedesco, con il muso affilato e il pelo + rado di quello dei lupi. E’ un coyote. Io vado alla mia piazzola. Prendo il sandwich, lo scarto e lo butto in terra a pochi metri dal mio zaino. Poi me ne vado a 30 metri e aspetto. Lui arriva, fiuta e va deciso verso il prosciutto. Lo ruba e se ne va. Ci sono degli idioti mentali che parlano d’istinto. Questi idioti fortemente antropocentrici possono trekkare solo in via Montenapoleone perchè è il luogo adatto per i deboli che sono lontani anni-luce dall’essenza delle cose. Il coyote mi ha seguito, dal davanti per di più (!), mi ha aspettato e poi ha atteso che mi distraessi. La malizia non sbaglia mai e così ho finto di distrarmi, gli ho aperto il varco verso il mio prosciutto. E il delinquentello ha colpito. Una tattica è pensiero. Che gli animali pensano è la cosa più scontata del mondo. Ma chi cerca la ricchezza o peggio il potere non può vivere nella verità delle cose e così si crea un mondo debole, semplice e artificiale chiamato città o civiltà dove nascondere le sue debolezze. Mentre con la moda nascondono il loro squallore interiore. Gli stolti, i deboli e le loro consorti che si vogliono ingioiellare o che sono ingioiellate vivono in questo mondo illusorio e ci vivono sulle spalle dei loro semi-schiavi. Questa è la civiltà umana. Io invece “vivo” nella foresta, nella verità delle cose dove le debolezze non sopravvivono. E anche i coyote vivono qua.
Voto lanscapes: 9.
V 29) 2 sballoni, un rasta con la sua tipa, mi caricano su una macchina vecchia e sgangherata, sportiva, tipo quella di Bob & Luke e mi portano a canyon village. Il coyote di ieri ci attraversa la strada. Lungo il tragitto costeggiamo una bella prateria dove pascolano numerosi bisonti. Al villaggio, praticamente nel centro geografico del national park, affitto un bungalow perchè piove. Poi trekko per 6 km lungo il path del canyon. Il fiume scorre curvando in continuazione fra le pareti rosse-argilla e gialle dello splendido canyon. Poi si tuffa nella cascata più bella che ho mai visto e che quindi batte anche i paradisi di Piltvice. La cascata, furiosa e larga, si getta fra le ampie pareti liscie e nude, vicino ad uno stretto pilone di roccia che si erge dalla riva fino al cielo. Lì, sulla sommità, una coppia di rapaci atterra sul nido. Dietro di loro la cascata ruggisce possente e poi vola libera sfracellandosi nel fiume selvaggio e impetuoso. Al ritorno scorgo un cervo-mulo rannicchiato che dorme nel cespuglio e poi i soliti onnipresenti chipmunk. I territori degli scoiattoli non devono essere superiori a pochi metri perimetrici. Spesso hanno delle ghiande fra le zampe anteriori. Yellowstone bisogna programmarlo bene e su un arco di tempo di circa 10-13 giorni. E un giorno ci tornerò e lo completerò.
Voto landscapes: 10
S 30) Oggi è il giorno dell’autostop. Sono 220 i km che mi separano dalla stazione dei bus a Idaho Falls. I primi 2 sono due vecchietti che mi lasciano a Madison dove becco altri 2 bisonti. Dopo 1 km di cammino verso ovest, mi carica un messicano. Il tipo ha 4 bambini e perciò devo sdraiarmi nel portabagagli colmo di borse dell’immancabile jeep. Stimo che il 75% degli usa ha una jeep o un pick-up. Costeggiamo un fiume superbeauty che scorre nella prateria sotto la galleria di alberi ombrelliformi. Sui rami ci sono appollaiate fra le 15 e le 25 aquile di mare. Uno degli animali più belli del pianeta. Bellissime, castane, con la testa bianca e il becco giallo. Vedo numerosi altri cervi-mulo. Il mex mi lascia al confine del parco a West yellowstone. Qui mi caricano 2 guys texani su un altra auto da Bob & Luke. Sono anche loro di sinistra e pacifisti come Mike. Mi lasciano a 100 km dal mio obbiettivo. Ma subito mi carica un muratore pelato, grosso e col pizzetto.
Lui mi dice: “ I’m a bricklayer. How much gains a bricklayer in italy ?”
Io: “About 1500 euro al mese.”
Lui: “ Here 3000 and a truck-driver?”
Io: “About 2500 al mese.”
Lui: “ Here 2500 everyweek.”
Io invece guadagno solo 15 km ma dopo mezz’ora altri 2 muratori mi fanno salire sul pick-up. La highway è dritta, larghissima e taglia in 2 l’infinito campo di patate che è l’ Idaho. Poi mi carica un mormone contadino.
Io gli dico: “I want get sex, where are bitch here?”
Lui: “Oh no,no. Non farlo qui e non farlo neanche se torni nello Utah! Se provi a comprare una donna ti arrestano. Nel nevada o in California le puoi comprare, qui no.”
Poi mi dice che l’Idaho vanta la maggior produzione mondiale di patate e io gli credo perchè si vede. Mi lascia dopo
Lui: “Sai che lavoro faccio?”
Io: “Which?”
Lui: “I am a marine.”
Poi inizia a raccontarmi storie interessanti delle battaglie in Afghanistan. infarcite però da una clamorosa cazzata:
Io: “Davvero? Sei stato anche in serbia?”
Lui: “Eh si, a volte il mondo chiama e gli Stati Uniti rispondono: yes, va bene, vi aiutiamo!”
Io: “E’ così….”
Lui si prende un po’ male e mi dice: “Why?”
Io: “Le guerre si fanno per prendere corridoi economici o miniere, non per i valori etici ne tanto meno per la patria. Israele per esempio è un corridoio, il più importante del pianeta e da sempre. Non c’è nessuna fottuta guerra di religione là. E non c’è mai stata.”
Lui s’inalbera e mi fa un lungo monologo su cose che non esistono come le guerre di religione e la difesa della democrazia.
Lui: “Hai capito adesso?”
Io: “Senti, credo che mi hai covertito.”
Lui: “You joke!”
Il soldier mi lascia a 25 km dalla mia città. Si ferma un mega pick-up. Il tipo: “Io vado dall’altra parte ma sali.”
Il tipo è un muratore. E’ nello standard (errato) del grande Pugliatti e peserà 150 kg . Ed è troppo bravo: si fa 25 km per portarmi e in più si sbatte e chiede informazioni per portarmi proprio alla stazione dei bus.
Lui: “Italy! Posto veramente romantico! E’ fantastico il vostro modo di divertirvi!”
Io vado in pacco e mi chiedo che cazzo di differenza c’è fra il loro e il nostro e dove cazzo sia questo romanticismo. Loro vanno al pub a guardarsi il football e noi a guardarci il calcio, loro vanno a ballare e noi pure. Noi andiamo a casa delle brazil-girls e loro, beh chiamano e si fanno mandare le U.s.a....bah, dove cazzo è stà differenza… e il romanticismo? Devo assolutamente scoprirlo. Mi ha messo la pulce nell’orecchio.
Io: “Sono carine le U.s.a. e abbastanza aggressive quasi come le inglesi.”
Lui si diverte: “Le italiane sono dolci.”
Allora questo ha proprio deciso di mandarmi in pacco.
Io: “Le italiane beh, sono così dolci che appena scoprono il tuo conto in banca o si innamorano subito oppure ti lasciano subito.”
Lui: “No, perchè dici così? Se fosse così non prenderebbero la sedia e non scenderebbero in strada.”
Io: “La sedia?....La sedia in strada!?”
Lui: “Si alla sera, quando uscite insieme. Vi mettete lì tutti nella via.”
Io: “A in compagnia intendi...si mah...la sedia! Quale sedia? Ho capito bene, vero? The chair.”
Lui: “Si, the chair. Ci sono tante donne anche, guarda che me l’hanno detto. Il mio amico non racconta stronzate. Di sera, sul marciapiede.”
Io: “Senti, fammi un favore. Spiegami che cosa facciamo noi italiani e le italiane, nei dettagli, alla sera.”
Lui: “Guarda che lo so. Non solo a fine settimana, tutti i giorni.”
Io: “Ok. Calma. Perciò noi ogni giorno, alla sera, scendiamo e ci troviamo in compagnia...”
Lui: “In strada!”
Io: “ Ok. In strada. Ma la sedia che cazzo c’entra?”
Lui: “Tu non la usi?”
Questo ha il potere carismatico di lasciarmi di stucco.
Io: “No. Perchè gli altri italiani si?”
Lui: “Tu ci vivi; lo sai meglio di me!”
Io: “Ok. Allora. Ricominciamo. Ogni sera gli italiani scendono in strada e cosa fanno?”
Lui mi guarda come se lo stessi mettendo alla prova: “Vi sedete con le vostre dolcissime ragazze e suonate il mandolino.”
Io non ce la faccio a replicare. Lui mi guarda come se mi avesse fregato e ridacchia: “Il mio amico c’è stato.”
Il mio viaggio-autostop finisce alle 16,30. Alla sera entro nel pub di Idaho Falls. Mangio messicano come un porco mentre gli americani si spaccano la partita di football. Il pub ha il bancone centrale e circolare. I tavoli sono ai 4 lati del muro. Il pub è pieno. Qui la bud è buona di brutto e non è l’acqua minerale che c’è da noi. Usano i buttafuori e alla sera ballano fra i tavoli.
D 31 & l 1 settembre) Alle 22.00 del 30 agosto parto da Idaho Falls e arrivo alle 5.00 del 31 a Salt Lake City. Alle 9.00 riparto per la California. Attraverso la sezione meridionale dell’Idaho, miglia e miglia di steppa subdesertica con erba giallastra, qualche canyon con alture sottosuperficiali simili al grand canyon. Assolutamente spettacolari. Fra una città e l’altra, e si parla a volte anche di 100 km , gli States sono selvaggi come pochi paesi del 1° mondo (economico) lo sono e regalano spettacoli eccezionali, anonimi e assolutamente sconosciuti. La steppa è divisa, tagliata da una voragine colossale e dentro, sotto di noi, ci sono formazioni rocciose erose, belle, da 10 pieno. Il mio viaggio prosegue nell’Oregon. Io ho imparato l’inglese british e quando parlo con gli inglesi, i primi 2 giorni gli devo sempre ripetere di parlare piano perchè non ho ancora l’orecchio. Stranamente, invece, con gli americani capisco anche se parlano veloce. Essendo che io conosco i vocaboli (perchè uno intelligente impara i vocaboli e non la grammatica) capisco il 70 % di ciò che dicono. Muratori che parlano del lavoro, pinze, martelli etc, altri che parlano di sex, altri che parlano di cazzate varie; sinceramente (ma c’era da aspettarselo) l’America dei film, almeno qui dove sono io, non esiste. Non vedo, ne sento americani che cercano di fottersi in continuazione ma bensì gente sempre pronto ad aiutare gli altri e molto disponibile a parlare. I neri invece, al contrario dei nostri senegalesi qui sono piuttosto scontrosi. I sedili posteriori invece sono sempre occupati dai rapper. Rappano tutto il giorno e smettono solo alla notte. La greyhound ferma circa ogni 2 h . In mezzo alla steppa o ai campi di patate sterminati ci sono Mc, Burgher king, Kfc e Subway. Io scendo e mi piglio o la coca o un panino e anche gli altri. Gli americani non hanno orari fissi per mangiare. Ci sono hot-dog e frittate da 250 gr che spariscono nelle gole anche alle 6 del mattino. Immancabilmente, però, ancher i rapper scendono e si sfidano con quelli degli altri pulmann; oggi c’erano bianchi vs neri. Alle 5.00 del 1 settembre mi sveglio a Portland. Il mio bus riparte alle 9.00, così vado a fare colazione in centro. La città è deserta. Incrocio un grosso ciccione pelato e barbuto che assomiglia a Giuliano Ferrara. Mi chiede se c’è qualche locale aperto perchè oggi è festa nazionale. Io non lo so. Comunque decide di fare la strada con me. Sostiene di essere un chitarrista country. Mi chiede: “Where are you from?”
Io: “Italy.”
Lui urla in mezzo alla strada ( lui sostiene che sta cantando ma per me sta urlando): “O sole miooooooooo.”
In effetti usa dei toni lirici. Quando riparto il bus scende lungo la costa. Le onde dell’oceano pacifico sono lunghissime lingue schiumose. Gli scogli sono alti, ripidi, grandi e isolati a circa 40 metri dalla spiaggia. C’è qualche golfo. Una bella costa. Entrato in California attraversiamo questi paesini stretti e lunghi strutturati topograficamente come Rimini anche se le case sono di bei colori accesi e di legno. Compro una granita. Come tutte le cucine, in fatto di dolci, anche loro sono meglio dell’italiana. Nella granita ci mettono il latte ed è tipo uno shake. Fucking tasty. Il mio viaggio odissea finisce alle 19.00 a Crescent city. Vado in un motel per 42 $. Il padrone è delle Fiji e mi dice: “Ah sei italiano. Alle 22.00 hai da fare?”
Io: “No.”
Lui: “Passa di qua che ti faccio vedere le foto.”
Io vado a mangiare thai e poi vado alla reception. L’idea di vedere un paese che non vedrò mai mi intriga. Sono le 22.00, entro e lui non c’è. C’è una tipa sdraiata sul divano. Più che la scollatura ha metà tette di fuori. Lei: “Are you italian?”
Io: “Yes.”
Lei: “Seat with me.”
Va bè. Me la porto in camera. E’ messicana, carina (6), mora, abbastanza scura di pelle. E’ cara, 120 $, ma siccome mi limona la faccio dormire con me e così il prezzo diventa supercheap. A scopare è calda, ansima caliente.
M 2) Con soli 2 $ ripulisco tutti i vestiti alla laundrey. Le lavanderie qui sono tutte self-service. Ci puoi andare anche di notte. Sono ampi locali pieni di macchine per washing e altre per drying. Intorno ci sono le panche. Il padrone non c’è mai. Inizio la mia esplorazione nel Redwood national park. Mi allontano di 1,5 km dal litorale pacifico e attraverso la zona industriale della cittadina. Gli U.s.a. guys lavorano. E’ settembre. Ci sono delle falegnamerie. Inizio a salire delle colline e dopo due tornanti il bosco di sequoie si manifesta ai miei occhi in tutta la sua magica magnificenza. Gli alberi più alti del mondo hanno il tronco colossale, il diametro medio è di 4-5 metri . Le sequoie marittime si sollevano dal sottobosco circondate da liane e muschio e perforano gli squarci di cielo azzurro fino a 50-60 metri di altezza. Ma ci sono anche dei mostri di 100- 120 metri . Il sentiero è breve, stimo fra i 4 e i 5 km , ma il bosco è sicuramente il più bello che ho mai visto. Sembra di essere nei book fantasy. Questi alberi eccezionali vivono anche oltre i 1000 anni. Quelli di 50 metri , la maggior parte, erano qui quando Cristoforo Colombo non era ancora nato, sempre che ci sia stata una scoperta dell’America. Perchè semplicemente analizzando la mappa russa e quindi lo stretto di bering è deducibile e anzi matematico che i mongolici siberiani conoscessero gli indigeni delle Aleutine dell’Alaska. Quindi ci sono degli anelli di una catena non spezzata. Una catena che va dagli incas agli indoeuropei. Perciò è stupido sostenere la scoperta dell’America. La verità è che i bizantini, per esempio, o anche prima, i celti, sapevano che esisteva questo continente con i suoi popoli. Anche i cinesi lo sapevano, anche i maya. Come dicono i Litfiba, tutta la storia è una grossa bugia. Il ritrovamento di coca nei corpi mummificati dei faraoni egizi è una prova solo per le persone più pignole. Per quelli come me era già scontato. Io non sono uno scienziato. Non ho cultura ma ho intelligenza e semplicemente guardando la mappa l’avevo dedotto. Non c’è nessuna fottuta scoperta dell’America. I faraoni egizi usavano la coca. E quindi la importavano dalle zone degli incas. Gli storici sostengono che forse a quel tempo gli incas non c’erano neppure!! I fatti però dimostrano che gli egizi importavano la coca dall’America. Le sequoie più vecchie che mi dominano e mi fanno sentire piccolo come un folletto, addirittura erano qui al tempo della prima crociata!! Qui ci sono parecchi baribal e i puma ma vedo solo 2 ghiandaie azzurre e i soliti chipmunk. Alla sera dormo nel motel di una filippina che mi scoperei alla grande. Mi leggo il mio libro di Dragonlance, Compagni di Avventura, il book migliore dopo la trilogia, e qualcuno urla. Esco sul balcone e c’è la macchina della polizia coi lampeggianti accesi. I cops sono sul balcone del motel di ieri. Escono da una stanza con un tipo ammanettato che urla. Poi dietro esce una tipa che gli risponde urlando. E’ la mex che mi sono fatto ieri.
Voto lanscapes: 10
M 3) Sulla spiaggia di Crescent city ci sono tantissimi uccelli di svariate specie. Rapaci, uccelli della famiglia dei cormorani, gabbiani etc etc . Peccato che non ho molta cultura ornitologica. Scendo di 7 km verso un altro ostello da cui partono un paio di sentieri del Redwoods n.p. Il pulmino che mi trasporta mi sembra il pulmino dei rincoglioniti. 2 vecchietti e io siamo gli unici passeggeri sani. Per il resto il bus è appannaggio del monopolio degli amici della roba. Una è una via di mezzo fra una zombi e una strega, parla in continuazione gracchiando come i mostri dei cartoni animati. Un’altra è un indiana vecchia. Anzi mai visto una così vecchia fatta di roba in quel modo. Ma la più inquietante è una barbona che continua a chiedermi se voglio i suoi biscotti, una sigaretta o un cazzo di oggetto misterioso che ha tirato fuori dalla borsetta. Se uno di questi elementi scende al mio ostello sarò costretto a legarlo mentre dorme e a lanciarlo nell’oceano. Io non capisco e non voglio neanche capire perchè uno usa l’eroina. Uno che usa l’hashish si sballa bene e si diverte e fa bene. Uno che usa gli acidi rischia la testa ma se la diverte. Uno che usa le cale, va bè, se non esagera se la diverte. Ma uno che usa la coca o la roba non è comprensibile. Nel milanese stimo che il 40% dei giovani usi la coca. La coca non è uno sballo. Non serve a un cazzo. A me non mi fa un cazzo. E’una specie di caffè potenziato: semplicemente inutile usarla. La roba invece è la merda tramutata in una droga. Riduce le persone a cadaveri ambulanti, gli leva tutto e non gli da niente. Perciò è come un demone, t’intrappola e poi ti distrugge tutto. La vita è fatta per godere, per vincere e per vendicarsi. Per gli stolti la vita è fatta anche per diventare ricchi o per diventare star, parole vuote per i devoti del vuoto. Comunque la vita è bellissima. E l’eroina è il contrario della vita. Per fortuna scendo solo io. L’ostello è una villetta in stile coloniale, a 2 piani, appena dentro il bosco. Praticamente c’è l’ostello e il bosco, l’highway (senza guardrail e quasi senza traffico), la spiaggia e l’oceano pacifico. Il tipo della pensione è un ex hippy che dopo 5 minuti di documenti mi fa salire sul classico jeeppone u.s.a. e mi porta a comprare la colazione per domattina. Per cena ho già il thai che riscalderò nel microonde. Lui mi dice che a ottobre arrivano le balene. La spiaggia è di sabbia marrone e dietro le colline si alzano ammantate di foresta. L’oceano avanza con onde di 1-1,5 metro e poi cade sulla spiaggia allagandola con lingue lunghissime. Ci sono 2 tipi che sbrasano. Uno e la sua girl. Siccome io sto leggendo il mio book, vedono il titolo e mi dicono: “Are you spanish or italian?”
Io: “Italy.”
Allora mi chiedono informazioni perchè vogliono venire a visitare la penisola latina e mi offrono da fumare. E’ marijuana e sembra buona dall’odore. Purtroppo però io non posso fumare. Mi piacerebbe ma ormai la mia strada è un altra.
Lui: “Why?”
Io: “Quando avevo 16-17 anni fumavo, un paio di volte alla settimana. Poi basta. Palestra, calcio e trekking. Sono le mie passioni. Non posso usare droghe. Le droghe indeboliscono o confondono la mente. E io ci tengo ad essere sempre lucido e perfettamente in forma. Uno deve scegliere. O il piacere della droga o il piacere della natura e della sfida. Io ho scelto la sfida.”
Lui: Oh, credo che la tua vita sia noiosa.”
Io: “Chi conosce se stesso non si annoia.”
Lui: “Anche niente alcool?”
Io: “Solo al venerdì e al sabato mi spacco per bene di birra.O comunque non più di 1 o 2 giorni alla settimana.”
Lui: “E gli altri giorni? Neanche un bicchierino?”
Io: “Niente.”
Lui: “E se trekki al sabato?”
Io: “Solo un pazzo può entrare nella foresta ubriaco. Se trekko al sabato non bevo niente. Nella foresta non si scherza , ci vuole auto-disciplina.”
Lui: “Caffè?”
Io: “Bevo un caffè una volta al mesa circa.”
Lui mi guarda aggrottando le soppracciglia: “La tua vita is fucking boring.”
G 4) Ieri non sono venuto fino a qui a piedi perchè credevo che piovesse invece oggi con 1+1 imparo come funziona l’oceano pacifico in settembre: il cielo al mattino è così grigio che sembra che stia per esplodere un uragano, il vento soffia incessantemente e la nebbia nasconde le basi delle sequoie e dei pini. Il tipo hippy ci sta dentro e mi spiega la storia della sua vita e di come abbia deciso di acquistare questa villa coloniale, di legno, isolata sulla spiaggia del Redwods national park, davanti all’oceano più vasto del pianeta. Il villaggio più vicino, Klamath, sarà circa a 7 km . Di turisti, anche in settembre, ne arrivano comunque parecchi. Siamo in 8 oggi. L’hippy continua a offrirmi da mangiare: avena da sciogliere nel latte al cioccolato bollente. Oggi percorro il Redwood lungo il sentiero della spiaggia. Tecnicamente non c’è nessun sentiero e l’unico punto di riferimento è la cartina. Io cammino sulla sabbia, scalo gli scogli e ai golfi m’inerpico sulle colline, e ridiscendo sulla spiaggia. Le onde del pacifico sono lunghe ed alte e s’infrangono sulla sabbia finissima e color del legno a pochi cm dai pellicani e da anatidi neri con il becco rosso e sottile. Cammino mentre i cavalloni di 1 metro e passa schiaffeggiano gli scogli grigi grandi come isolette, tutti isolati uno dall’altro, tutti a 20-30 metri dalla riva. La spiaggia è larga diversi metri, poi crescono gli arbusti che si arrampicano lungo il fianco delle colline. A poche decine di metri d’altezza, sopra l’acqua, si presentano le prime conifere, basse più di un uomo, poi ci sono gli abeti e quindi le sequoie che colossali e robuste, rossastre, sembrano appartenere a un mondo mitologico. Sugli scogli ci sono le stelle marine. La strada è lunga e marcio per circa 7 km . Ogni tanto un rapace nero con apertura alare di quasi 2 metri esce dalla foresta e gira sopra la mia testa. Ha il becco rosso, puttana troia devo studiare ornitologia!! Degli scogli troppo alti bloccano l’accesso a quella che chiamano spiaggia nascosta. Li scalo e mi siedo. Due teste galleggiano a pochi metri dalla riva. Le foche mi osservano. Hanno gli occhi molto consapevoli ad indicare un intelligenza molto elevata. Le mie foto le disturbano e così si immergono per pochi attimi e poi riemergono. Aggiro un altro enorme scoglio e mi trovo di fronte una foca molto figa. E’ bianca maculata nera ed è sdraiata su un masso. La fotografo appena in tempo prima che si getti in mare. Le foche grigie, ovvero le foche comuni, le incontrerò sempre lungo gli altri 4 km di spiaggia che farò. Abbandono la spiaggia ed entro nella boscaglia. C’è un bivio. Gli arbusti sono così fitti che hanno formato due gallerie vegetali adiacenti e divergenti. Imbocco quello di sinistra e salgo su un sentiero che mi fa costeggiare l’oceano lungo la foresta. Sarò a 40-50 metri di altezza. Poi odo i versi dei mammiferi marini. C’è uno squarcio nella vegetazione fatto apposta per osservare uno scoglio largo e piatto su cui riposano una quindicina di leoni marini dalla pelliccia dorata. Prima di uscire dal bosco un mammifero grosso come una volpe scappa davanti a me. Lo avvisto 4 volte ma la distanza non mi consente di capire cosa sia. A Klamath mi fermo in un supermercato e chiedo al dealer dove si ferma il bus delle 18.10 che mi riporterà all’ostello. Il tipo mi dice che il bus è già passato ed è l’ultimo. Tutto scazzato perchè devo rifarmi a piedi i 7 km che mi separano dal mio letto, piglio 2 bibite e gliele porto alla cassa. Ma il tipo è al telefono e quando mette giù la cornetta succede una cosa incredibile: ha telefonato all’autista del pulmann. Il tipo ha fatto inversione e sta venendo a prendermi!! Vado a mangiare al ristorante e provo finalmente il piatto nazionale USA: la t-bon. Una bistecca alta quasi come la fiorentina con un osso a forma di t che la divide. Buona-notevole.
Voto landscapes: 7
V 5) Ho passato la giornata a leggere in spiaggia, ho mangiato un altra t-bon. Ho scoperto che addentrandosi nel Redwoods, verso l’entroterra orientale della california, c’è una delle regioni più selvagge del mondo. E’ tipo la Lapponia in km e richiede 10-15 giorni di trekking. E’ la zona dove vivrebbe il bigfoot, ancora relegato alla criptozoologia. Quando una specie è appannaggio dei criptozoologi ha due possibilità: o diventare definitivamente mitologia o passare alla zoologia. Il tipo con cui parlo ovviamente mi chiede la mia opinione. Bigfoot? Secondo me le leggende non esistono. Le leggende sono verità di tempi remoti. E’ come se scoppiasse una bomba nucleare e riducesse il mondo a tipo Ken il guerriero. E la tecnologia pian piano scomparisse. Allora nel 3000 la tv sarebbe completamente dimenticata. Uno arriva e dice: “Secondo me nel 2000 c’era un aggeggio che ti faceva vedere immagini provenienti da altri luoghi.”
Tutti gli direbbero: “Ma scherzi !? E’ una stronzata. Non può esistere un aggeggio del genere.”
Solo perchè trascende le loro esperienze. Ma la tv esiste. Allo stesso modo perchè non sarebbe potuto esistere il bigfoot? I tirannosauri prima della paleontologia moderna erano mitologia.
Lui: “Perciò non ci credi che esistano adesso.”
Io: “Potrebbero. Ma se esistessero non sarebbero animali. Perchè un animale per quanto intelligente prima o poi si mostra all’uomo. Se esiste il bigfoot si tratta di un altra razza umanoide presente sul pianeta che si è nascosta molto bene e con un intelligenza più sofisticata di quella animale.”
Lui: “No, adesso esageri: per me esiste ed è un animale.”
Il tipo dell’ostello invece mi fa dormire gratis. Suppongo che sia per la mia passione per gli animali che mi ha preso in simpatia.
S 6) Imbocco il sentiero per Crescent city. E’ di fianco alla villa coloniale. Funziona così: c’è la villa nel bosco. L’highway passa a 20 metri , dopo 30 metri sale su un ponte. Oltre l’highway c’è l’oceano. Sotto il ponte c’è un ruscello che sfocia nell’oceano. Il sentiero per Crescent scende di fianco al ponte, guada il ruscello e risale costeggiando l’autostrada e l’oceano fino a Crescent. Io scendo lungo il sentiero. Rumore. Mi volto verso il ponte. Un tipo ha scavalcato il guardrail del ponte e sta scendendo nel bosco, perpendicolare a me. Verso di me. Il suo terreno è inclinato. Se torno indietro la villa è chiusa a chiave e non c’è nessuno perchè l’hippy ha portato tutti gli altri guest a fare un escursione. Il mio terreno è deliberatamente ripido. Devo raggiungere il ruscello prima che il tipo mi raggiunga e poi sparire sotto il ponte. Il tipo cammina male e a 1 km/h e contro il mio passo e la mia tecnica di marcia non ha partita. Lo fotto alla grande e mi siedo in spiaggia con gli altri turisti aspettando la sua prossima mossa. Infatti il tipo riappare sulla highway dal punto dove aveva scavalcato. Mi guarda e s’incammina dalla parte opposta, verso Klamath. Probabilmente è uno degli amici della roba ma non posso distinguere gli occhi. Comunque non posso trekkare con un rapinatore che mi vuole tendere le trappole. Potrebbe aspettarmi al varco al ritorno. La soluzione migliore quando hai un nemico è quella di stargli vicino. Così appena è fuori visuale attraverso l’highway e imbocco il sentiero interno verso Klamath. Uno è quello della spiaggia, con l’autostrada a sinistra, questo invece è parallelo e scorre nella foresta e ho l’autostrada sulla destra. Dopo poco io cammino di fianco a lui o meglio sopra di lui. Il cornuto suona la fisarmonica mentre cammina lungo l’autostrada. Non riuscirebbe mai a vedermi perchè la vegetazione è fitta tipo selva boema di Sumava, la foresta nera orientale. Comunque mi costringe a seguire il suo ritmo marcia pateticamente lento e l’unica cosa che m’impedisce di annoiarmi è la remota possibilità che possa scorgermi. Questo cornuto lo dovrei massacrare di botte per levarmelo dalle palle ma non posso! Non ci si può picchiare con un roboso, potrebbe avere l’aids! Così il cornuto mi fa buttare via la giornata. A Trees of mistery lui prosegue verso Klamath. Fottiti. Tree of mistery è una funivia che gira fra le sequoie. Uno che la prende può capire ancor meglio la possenza degli alberi. C’è anche un ristorante. Il ristorante della t-bon. Comunque ormai la giornata è persa e non mi resta che aspettare il bus sgranocchiando l’antipasto Usa, ovvero gli onion rings con le salsette varie, salsette che in italia non conoscono. Passano le ore. Alle 17.00 decido di tornare all’ostello per prendere i bagagli. Ma chi arriva da Klamath?! Il cornuto. Apre la porta del ristorante e mi guarda. In california c’è la pena di morte. E non è il luogo adatto per ammazzare la gente, sopratutto nel Redwoods n.p. dove c’è solo una strada e villaggi da 2000 abitanti. La cameriera chiama subito il padrone. Lo U.s.a. arriva deciso, urla e lo minaccia. Lui se ne va. E si siede sul marciapiede davanti alla finestra. Il padrone, senza sapere che ha provato a rapinarmi mi dice: “He’s a drugman, ah ah ah, he bullshit.”
Lui aspetta pazientemente fuori. A questo punto devo solo decidere se aprirgli la fronte con un calcio o comprare una bud e spaccargliela nell’occhio. A me la scelta. Comunque non è possibile un contatto di pelle con uno così. Il cornuto fa un errore fatale. Va al cesso, in quello della funivia. Io esco, imbocco il path e mi dileguo. All’ostello di fianco al mio zaino c’è una lattina di pepsi. L’hippy mi ha preso di brutto in simpatia. Il bus della Greyhound frena di botto. E io parto per Los angeles.
D 7) San francisco la vedo illuminata dai lampioni e dalle stelle. Se uno mi chiedesse com’è io risponderei: “Boh.” Los angeles invece la vedo alla luce del sole. Dopo 15 giorni negli States il mio orecchio è così abituato all’inglese che mi succede quello che mi successe a Beets dopo 20 giorni: sapevo l’olandese meglio di quanto non credessi. Sento le parole scandite bene anche quando parlano veloce e praticamente capisco l’80% di ciò che dicono nelle conversazioni. Il mio bus ferma al terminal. Ho un’oretta prima di partire per l’ultimo purpose della vacanza. Esco. Neri e portoricani sono appoggiati sul muro, dall’altra parte della strada. Chiaccherano, fumano e osservano. Come nei film. Sono tutti ragazzi in gamba. E’ una scienza. La vita di uno si dipinge sui suoi tratti somatici. Tatticamente, però non possono rapinarmi perchè c’è la macchina dei cops fuori da Mc donalds. Io entro al Mc. Mangio il mio fottuto, tasty panino. Entra una tipa. Tutti noi smettiamo di mangiare e i poliziotti vanno in pacco: “Dove vai?”
Lei: “A fare la doccia, non rompermi i coglioni.”
I tipi del Mc vanno in pacco di brutto. Io mi spacco dalle risate. Il poliziotto avanza verso di lei: “Vieni qui!!”
Lo shampoo le cola dai capelli biondi. Lei apre la porta del wc e si butta dentro. Dopo 20 secondi i police la portano fuori di forza. Però una spruzzatina ce l’ha fatta a darsela. L’acqua le cola dai capelli insieme allo shampoo. Lungo il viaggio che mi porta nel Nevada ci fermiamo al solito complesso di fast-food in mezzo al deserto: Mc, Kfc, Subway. Up to you, a noi la scelta. Io sono in fila dal pollivendolo (Kfc). Il tipo davanti si gira e mi urla: “Stai lontano da me!”
Io alzo subito la voce e lo minaccio: “Senti stronzo non urlare con me!” Lui mi guarda da duro. Io gli punto il dito e lo guardo di rimando come si guarda nel preludio delle sacre mazzate. Poi lui mentre tutti gli altri ci osservano curiosi mi guarda con disprezzo e mi dice: “Stupid pleasent!”
Questo testa di cazzo mi ha chiamato stupido contadino! Allora questo è tutto scemo.
Io: “Want you fight?”
E’ alto 1,80, magro, discretamente robusto. Pesato e misurato varo la tattica di potenza. Uno così è da picchiare di potenza. Lui però ha deciso di dimostrare la sua fantasia a tutto Kfc e colleziona una serie di insulti che avrà sicuramente registrato al copyright di Washington perchè non si sono mai sentiti in nessuna country del pianeta: “Go cut the wool of your sheep!”…. “Ride the cow!”
Io posso solo dirgli: “Fuck you.” E : “Come with me outside.”
Lui chiude in bellezza: “Let’s sell the egg of your hen.”
Questo testa di cazzo ha deciso che io devo per forza essere legato al settore agricolo o dell’allevamento. Alla sera sostiamo a Mojave per poco, giusto il tempo di ricevere 4 volantini con il numero di telefono di puttane che sembrano uscite dalla copertina di playboy.
Io: “How much?”
Lui: “Very cheap, 500 $ 1 hour.”
L 8) Mi sveglio a Flagstaff, in Arizona. Passo la mattinata a Kfc a leggere. C’è un agenzia che porta la gente al Grand canyon e poi il rivale, un navajo. Stesso prezzo: 45 $ go & come back when you want. Il navajo è scuro, occhi mongolici, lineamenti come quelli di Pino Madonna, grosso, un guerriero naturale. Quello dell’agenzia non ha nessuna importanza com’è perchè ha già una cosa negativa: la giacca e la cravatta. Perciò la selezione è scontata. Scelgo il guerriero sioux. Devo aspettare che raccolga altra gente. L’agenzia ha l’ufficio in stazione e abbindola facilmente le persone e quindi la maggioranza vanno dall’incravattato. Così vado a comprare messicano da asporto. Flagstaff è una città di case di legno con pochi palazzi. Siccome non c’è 2 senza 3, dopo il cornuto roboso e il testa di cazzo di ieri, oggi incrocio un altro litigioso. Somaticamente assomiglia al mio driver perciò deve essere anche lui un navajo. Sono robusti e tarchiati e se accennano un minimo di palestra, proprio come a me, il pettorale gli esplode, come il mio. Geneticamente solo ai guerrieri naturali il pettorale diventa esplosivo tipo quello di Arnold in pochi allenamenti. Solo che, dopo il cornuto che ha deciso che ero una buona preda e il cornuto 2 che ha deciso che ero un contadino questo ha deciso che sono uno yankee affiliato con “White american.”
Lui: “Ehi! Potresti pagarmi una birra?”
Siccome è bevuto fingo di non sapere l’inglese e mi limito a indicargli la bottiglia che sta finendo e a porgergli un paio di dollari.
Lui: “ Don’t you speak american ?!!”
Io: “No.”
Lui: “Come back your country!!” Urla. “This is my country. I am american!!”
Siccome anch’io discendo dalle tribù guerriere e precisamente dalle orde barbariche che giustamente devastarono l’impero romano e infatti il mio petto è ampio quanto il suo, io interrompo la pantomima e gli dico: “Don’t shout with me!”
Lui: “You lies to me! This is my country!! Fottuti i tuoi capelli, la tua pelle e i tuoi occhi da vipera!”
Occhi da vipera!? Allora questo dev’essere un parente adottivo di quel rottoinculo di ieri!! Occhi da vipera a me!!
Lui: “Fottuti i tuoi fratelli bianchi!!”
Io rispondo duro. Lui tecnicamente fa quello che solo un vero guerriero può fare. Non fa lo sbruffone o il finto duro o infantili sfide con gli occhi come fanno certi babbazzi semimafiosi ma fa quello che solo un vero guerriero fa. E’ un principio. E’ un essenza. E’ come per un gatto miagolare o per un cavallo correre, è così e basta. E nessuna fottuta cultura moderna potrà cambiarla. La cultura moderna è l’ipocrisia dei soldi. Lui aguzza gli occhi nei miei, si avvicina con la faccia, senza prepotenza però, inarca il sopracciglio e mi dice: “Uh? Cosa? You want fight!?”
Se fosse stato uno di qualsiasi altra razza avrei usato la solita tattica per attaccarlo ma siccome è un sioux mi limito a seguirlo. E’ così sicuro di sè che mi da anche le spalle. Come era prevedibile finiamo in un parchetto. Non c’è nessuno. Niente trappole. Com’era ovvio picchia bene. Incassa bene e non va in terra perchè usa con grande sapienza il suo baricentro. I suoi pugni sono pesanti. Ma la cosa che fa meglio sono le prese con le quali finiamo in terra insieme. La scazzottata potrebbe durare all’ infinito perchè appena ci rialziamo lui è subito pronto a riniziare. Passa la car dei cops. Se c’è una cosa che non m’interessa è conoscere la polizia texana o questa dell’Arizona. E lui è d’accordo e me lo comunica fra le righe: “Come back your country !! This is my country !!”
Lui perde sangue dal naso, io dalla bocca e da un ginocchio. Il match sarebbe da decidere con un round supplementare. Ci saremo picchiati per 2 minuti, 0 calci e decine di pugni. Io torno da Kfc, dove ho lasciato il mio zaino. La cassiera mi guarda. Controllatina in bagno. Si beh, qualche rossore in faccia ma con una sciacquata e qualche minuto il navajo non dovrebbe accorgersi di niente.
La cassiera: “Do you need help?”
Io: “Bye.”
Il navajo porta me, una japan con le tette molto interessanti e uno U.s.a. al Grand canyon. La strada è spettacolare. E’ tutta selvaggia e solo qualche ranch e qualche motel interrompono la foresta Kaibab. Avvisto un branco di antilocapre. Il navajo ci spiega la fauna del mitico Grand canyon. e poi ci lascia al centro del parco. Sono le 11.00. Il Grand canyon è l’estremità meridionale del subdeserto + bello d’ America, lo Utah. Solo l’Islanda, la Scandinavia e il Tirolo possono competere in densità di bellezza con le meraviglie di questa regione. Zion, Arches, Canyonlands, Powell, Monument valley, il mito supremo Bryce e infine il più famoso, il Grand canyon. Sono tutti meraviglie aliene dello Utah e dell’Arizona. Come in Scandinavia anche nello Utah ogni km quadrato è spettacolare. E il Grand canyon è davanti a me. Di fianco all’albergo, parte il sentiero sud, il Kaibab. C’è questa voragine infinita, ampia decine di km e dentro lo spettacolo del Grand canyon. Sono le 11.00 e io scendo lungo il path. Con me ho solo una bottiglia d’acqua. Ci sono 35°, secchi. Già prima di partire so già che devasterò tutti gli altri turisti. Non ho mai visto un parco così gremito. Praticamente c’è un gruppo ogni 15 metri ! Discendo attraverso archi naturali di roccia dorata e sotto pareti rossastre di roccia nuda e a strapiombo. Passo sotto brevi, splendide gallerie. Sopratutto i primi km sono belli. I turisti che supero sono innumerevoli. Ci sono numerosi chipmunk. Più scendi e più ti avvicini e più la prospettiva delle classiche formazioni rocciose cambia. E’ una bellezza continua e sempre diversa. Dovrei fare centinaia di foto. Dopo circa 1 ora cammino isolato. Scendo l’ennesimo gradino naturale. C’è un flash strano e colorato che appare nella regione periferica dei miei occhi, fra i miei piedi. Io faccio 1 passo ancora e mi fermo. E mi giro. Sembra una stringa di 10-12 cm . Invece è un serpente corallo. Ha gli anelli rossi, verdi e bianchi. E’ velenoso tosto. Ti uccide. Lui rimane fermo. Io indietreggio piano. Rapida riflessione etologica. Perchè non mi ha morso? L’ho quasi calpestato! Il serpente sentendo il mio ritmo marcia ha capito che non volevo prendermela con lui e ormai impossibilitato a scappare ha calcolato che non l’avrei preso. E ha optato per immobilizzarsi. In Polonia, a Bialowieza sono passato di fianco a 7 vipere in 50 metri . Con la mia solita tattica non mi hanno attaccato e non sono neppure scappate. Poi con l’ultima, a debita distanza, ho finto di convergere verso di lei e lei ha tirato fuori la lingua ed è scattata con il muso. Mi ha minacciato. Gli animali pensano. Arrivano 3 spagnole.
Io gli dico: “Look out, snake.”
Le tre tipe si divertono di brutto e ridono: “Snake, snake!!”
E lo bombardano di foto tanto è vero che lui striscia e sparisce nei cespugli.
Lei: “Poison?”
Io: “Se ti morde, mi sa che prima che arriva l’elicottero sei già morta.”
Proseguo la mia discesa. La gente si ferma al campeggio. Perciò, continuando, il traffico si abbassa a livelli normali per un parco nazionale, un gruppo ogni 20 minuti. Cammino nel deserto. I cespugli sono fitti, aspri e chiari, distanti circa 1 metro gli uni dagli altri. Di fianco, sulla terra sassosa crescono piccole coppie di cactus. Arrivo al plateau. Ci sono io e un gruppo di japanese. Il Colorado serpeggia marrone e strettissimo fra le pareti a 70°- 90° del canyon più celebre del mondo. E’ inutile descrivere da qui le formazioni rocciose perchè tanto sono stampate nella mente e perchè tanto sono indescrivibili. Onde di roccia e poesie di pietra. Alle 17.00 termino la salita fino all’albergo. Molta gente si è fermata al campeggio, parecchi sono tornati al campeggio dal plateau. Solo io ho fatto andata e ritorno e in 6 ore! Nel trekking spesso sono il più forte. Vado al ristorante. In fila. Tu passi, indichi e la tipa ti mette la tua portata nel vassoio. Gli americani prendono la carne e rigorosamente il cestino delle salse U.s.a. Tutti prendono il cestino! La tipa mi mette un sacco di carne. Poi mi da il cestino.
Io: “No, thank you.”
Lei: “Sei sicuro?”
Io: “Sure.”
Una salsiccia mi cade in terra. Lei mi fa l’occhiolino e me ne regala un‘altra.
Lei: “Sei sicuro che non vuoi le salse ?”
Io credo che ci voglia provare. Mi regale le salsicce, continua chiedermi delle cose banali! Io: “A che ora finisci di lavorare?”
Lei mi guarda allibita: “10 o’clock.”
Io vado verso il mio tavolo. Tanti mi guardano. Controllo allo specchio se mi sono usciti i lividi. Assolutamente no. Gli U.s.a. mi guardano. Uno si avvicina e mi dice: “Non usi le salse?”
Io: “No.”
Lui: “Where are you from?”
Io: “Italy.”
Lui: “Pizza, maccaroni.”
Mi diverto alla grande con le pietanze nonostante il mio amico e la sua girl che si girano di tanto in tanto e mi mostrano ridendo le loro salsette U.s.a. Alla sera ci sono due splendidi cervi che gironzolano per il bosco intorno alla mia tenda.
M 9) Panoramica sul Grand canyon da una posizione tattica. Mentre cammino sull’orlo della voragine più famosa del mondo incrocio 2 japan-girls. Una sorride e mi dice: “Very hansom!”
Ha i capelli corti, la riga laterale, di viso è 8. Di fisico, va bè ha solo la 2°. Così mi fermo a chiaccherare. Parla così bene l’inglese che sa addirittura i termini tecnici come morena, erosione, arenaria etc. Siccome non mi sono mai fatto una nippon non so come partire. Poi decido di fare come faccio con le inglesi ma con meno aggressività perchè le japanese sono molto shy. Comunque dopo circa 20 minuti me la slinguo sulla panchina davanti al Grand canyon. Siccome è in pantaloncini mi diverto con le sue cosce. Io la voglio portare in albergo ma lei mi dice che sto esagerando. E mi dice: “ Do you think it’s so easy?”
Io: “Io si, io sono fottutamente facile.”
Lei se la ride di brutto con l’amica. Va beh, si continua the tongue-game. Siccome è molto carina mi diverto parecchio. Poi arriva il navajo e mi porta a Flagstaff. Gli racconto del serpente e lui: “Hanno i denti piccolissimi ma se ti avesse morso saresti morto.” E termina con una frase che avevo sentito in un film: “Snake is wise.”
Gìà, aveva capito che non volevo disturbarlo. Serpente è saggio.
M 10) Attraverso il New mexico. Uno stato affascinante con vegetazione di tipo mediterraneo. Vaste foreste di robinie, desolate catene montuose abbandonate nella steppa subdesertica. Case basse e senza tetto tipiche dell’America latina. Avvisto ancora le antilocapre fra la foresta. Arrivo a Denver, dove il mio viaggio nella terra di Pugliatti è iniziato. Cerco un’albergo cheap. Una tipa, alla rimessa della Greyhound mi avvicina: “Cerchi una stanza?”
Lei mi spinge a seguirla, esattamente verso l’albergo che avevo scelto nella mia mente! Mi dice: “Devi solo aspettare che andiamo in macchina con il mio amico.”
Io fingo di aver scelto un altro posto. Controllo dove va e mi dileguo fra i grattacieli. Cammino lungo le strade a 4-6 corsie. E arrivo al mio albergo. Controllatina e la tipa non c’è. Bene! Entro. La reception è stupenda: prostitute, clochard e delinquenti affollano le sedie e giocano ai video-game. Sono video-game a cui giocavo quando ero bambino, negli anni 80. Prendo una singola a un prezzo clamoroso: 30 $. Salgo le scale e mi dirigo nel mio corridoio impugnando la mia chiave n° 18 fra grida e famiglie che guardano la tv a porte spalancate. Un messicano avanza verso di me. E’ metà handicappato e metà serial-killer. Il maniaco pluriomicida si ferma davanti a una porta senza degnarmi di uno sguardo. Mi allargo. Il fottuto si è fermato esattamente davanti alla 18. Si gira e impugna la maniglia. Ovviamente la porta non si apre. Lui allora appoggia la fronte contro la porta e s’ immobilizza in questa posizione aliena proveniente direttamente dai piani del male senza rimorso. Io metto giù lo zaino.
E gli dico: “I’m sorry.”
Il visitor tace. Non accenna a nessun movimento. Prosegue la sua sinistra disciplina yoga perfettamente immobilizzato contro la mia porta.
Io: “I’m sorry!”
Il seme del male tace. Io busso alla 14. Mi apre un nero. Io: “Have you got a stick?”
Lui: “A stick!?”
Io: “A spear, a nipper, everything.” Poi gli indico la mia fottuta stanza. Lui esce e lo vede. Chiama la sua famiglia. La sua famiglia si affaccia sull’uscio e lo osserva. La loro curiosità verso gli extraterrestri è simile alla mia. Ad eccezione del bambino che reputa fuori luogo la nostra serietà e inizia a fischiare. Il padre e la madre lo minacciano ma lui se la ride. Anche loro però non hanno soluzione scientifiche sull’alieno. L’alieno è speciale. Nessuno è in grado di comunicarci. Non c’è niente da fare e l’enigma non può essere risolto. I neri mollano. E non solo chiudono la loro porta ma girano anche la chiave. Bene. Io mi avvicino. Sbattendo distrattamente la chiave sul muro. Sebbene fare a botte sia uno dei piaceri della vita ci sono le eccezioni. E con uno così o ci faccio a bastonate o a morsi ma a botte no.
“I’ m sorry, it’s my room.”
Clamorosamente It solleva la testa, si volta, mi guarda, annuisce e se ne va senza proferire parola. La mia camera ha i muri scrostati, ci sono 4 lampadine e ne funziona una, le lenzuola del letto sono sfatte e bucate, il calorifero arrugginito, il lavandino è in un angolo, la tv è quella ad accensione lenta che usavano in Italia negli anni 60, il pavimento è ondulato. Barrico la porta con la poltrona. Se domani mattina io apro la porta e c’è la fronte di It che dondola sul mio stipite gli spacco il portacenere sul mento.
G 11) Dopo 20 giorni di U.s. solo oggi posso dire com’è stare in una città americana perchè per il resto sono stato nella foresta, in villaggi ai confini dei parchi, cittadine di avvicinamento e Salt lake, Portland, Los angeles e San francisco le ho viste solo di sfuggita. Il centro di Denver è un boschetto di grattacieli. Le periferie, invece sono costituite da villette a due piani, tutte di legno, con giardino, non sono curate e la vernicie blu o verde è vecchia e scrostata. Immancabilmente, però nel giardino c’è parcheggiato il jeeppone o il pick-up (60%), meno frequentemente ( 20%) c’è la car sportiva e bassa tipo quella di Fonzies. Oggi mi diverto. Palestra, cara (!!!) a 12 $, e poi trovo un centro commerciale dove c’è un settore che mi fa sentire come un bimbo alla fiera dei giocattoli: è al 1° piano, i tavoli in mezzo a un vasto atrio e lungo il muro, a ferro di cavallo, ci sono i take-away di una dozzina di cucine internazionali. Coreana, italiana, francese, u.s, filippina, cinese, thai, greca, indiana....e io godo....poi….qui è abbastanza diffusa ma io la scopro solo oggi; no, non è possibile, una delle lande del mio ego. Mongola!! La terra degli unni. Si chiama mongolian barbecue. Gli dici al cuoco: “Voglio questo, questo e questo.”
Lui prende le verdure che hai scelto, la carne che hai scelto, le sbatte sulla piastra, ci aggiunge le sublimi salse mongole e ti fa il piatto. In più ti danno una zuppa. Sia le zuppe olandesi che quelle cinesi sono molto più buone delle minestre italiane. La cucina mongola si basa sulla carne di montone e io godo di brutto. E’ buona quanto il kebab di Carlisle. Nel vero kebab si usa o la pecora adulta o la capra adulta e non c’è confronto con il kebab a base di vitello o pollo. In centro a Denver non ci sono monumenti o altre attrattive. Io cammino e una mi saluta. Cammino e un altra mi saluta. Faccio la fila al supermercato e una: “Bye.”
Aaaah! E’ così che la ragionano. Meno aggressive delle inglesi ma comunque intelligenti. Sono fermo al semaforo. Mi giro e una mi guarda il culo e non gliene frega un emerito cazzo se l’ho sgamata. Continua a guardarmi il culo. E mi dice: “Bye.”
Ok, ok funziona così, ho capito. Mi fermo a parlare e lei mi lascia un invito per un party privato. Vado in un negozio super-enjoy. Questo negozio fa solo gli shake. Usano la frutta fresca e te la frullano davanti agli occhi. Me ne prendo 2 e mi siedo al tavolino di fuori. Gli shake sono supertasty. E quindi vaglio la situazione. Allora, ci sono le biondine che sono le più aggressive. Bene. Poi ci sono le portoricane che hanno la pelle delle cosce supersexy. Bene. Poi ci sono le nere che sono abbastanza facili. Poi le nippon. Da non considerare invece (generalmente s’intende, al 70%) le italo e le ebree. Bene. Una volta che è carina è selezionata. Ora a loro la possibilità. La prima che mi dice bye me la faccio. Chi sarà la fortunata? E’ una biondina del Minnesota.
“Bye.”
Si siede con me. Di faccia è 8, di corpo, beh, fin troppo stecchina e senza seno ma siccome di faccia è bona si qualifica per il sex . Non ho nessun dubbio sul fatto che ci stia oppure no perchè sono di stirpe inglese e quindi sono molto intelligenti. Si chiama Jessica. E’ qui in vacanza con i genitori. Ha 22 anni. Allora mi chiedo che cosa ci sia da vedere nel Colorado e scopro che è una terra ricca di bellezze. Poi lei prende il comando delle cose da fare oggi e io la lascio fare perchè tanto non ho un cazzo da fare e perchè mi voglio proprio divertire a provarci in continuazione mentre lei fingerà di non starci. Mi limito a tastare il terreno fino a quando non mi porta a uno store di libri e dischi dove mi annoierei a morte se non fosse per il fatto che ha un culetto niente male e per il fatto che mi ha portato qua sicuramente perchè ci sono gli scaffali. Female is sly. Così io inizio a provarci e però il mio fun dura poco e inizia un altro tipo di amusement perchè lei ci sta subito. Alla sera mi porta al cajun, ristorante della Louisiana. Io divento ufficialmente un fans di questa cucina. Con 15 $ mangio di brutto e troppo buono. La cucina cajun si basa sui fagioli neri, gamberetti, salsetta nera e parecchio peperoncino. Mi portano 5 piatti diversi, uno più buono dell’altro. La pepsi è gratis. Lei invece mangia molto di meno perchè se no dice che ingrassa. Poi mi porta in un pub situato su 3 piani, c’è anche la sala giochi. Al tiro al piattello dopo qualche tentativo divento campione n°1 della città. Il mio primato dura una ventina di minuti. Poi arriva un rottinculo e mi butta giù dal podio. Fanculo. Jessica mi porta in bagno. Era parecchio tempo che non scopavo una bionda. 2 cum. Un cum devo per forza farlo mentre la guardo in viso perchè di faccia è bella. Le scopate con le bionde sono....direi....frizzanti. Comunque se una ha poco seno la cosa più giusta da fare è concentrarsi sulle sue gambe. Ed è good sex. E’ quasi notte quando lei decide di venire nel mio albergo. Io l’avverto di che albergo si tratta. Lei telefona ai suoi e finge di essere ad un party. Arriviamo. Salgo le scale e la blocco e la preparo: “Guarda che c’è la possibilità d’incontrare.....”
Lei se la ride parecchio e crede che la prendo per il culo. Non immagina che può esistere veramente alien-evil con la sua fronte figlia di puttana.
Io giro l’angolo pronto a lui. It non c’è. Lei chiede da fumare a dei neri e siccome sbrasano lei fuma e ci fermiamo a parlare. Entriamo nella mia stanza.
E mi spiega: “Non sono necessariamente delinquenti, qui ci abitano più che altro famiglie disadattate o gente con problemi economici.”
Io: “Si ma tu non hai visto It.”
Lei non ci crede che esiste It. Fatto sta che ogni volta che deve andare in bagno mi sveglia e pretende che l’accompagno. Comunque It è sparito. Mah. La sua fronte figlia di puttana avrà trovato un altra porta su cui riposare.
V 12) Bis dello shake, bis del cajun restaurant, bis della gym. Il tipo alla reception mi dice: “Quando torni in italy?”
Io: “Tomorrow.”
Lui mi regala il giorno e mi fa allenare gratis. Questa è la classica usa- gym aperta 24 h su 24. Qui usano le libbre e così devo caricare calcolando che 2 libbre sono circa 1 kg . Lungo il tragitto dal mio albergo al centro passo davanti ad un giardinetto zeppo di liberi-ragazzi-biricchini. Uno di questi si stacca dagli amici, urla e finge di rincorrermi. Urla frasi incoerenti ed è ubriaco. Ci insultiamo dai 2 marciapiedi. Arrivo al mio albergo. Una delle prostitute della reception, che è anche la mia vicina di stanza mi dice: “Bla-bla-bla in front your door.”
E’ ubriaca e non si capisce un cazzo quando parla.
Io: “No, no, grazie.” E’ tettona ma di faccia è 5 perciò niente sex with me.
Lei: “Bla-bla-bla in front your door.”
No. Ah, ho capito. Fanculo, anche oggi non si è visto e proprio alle 11 di sera riappare! Fanculo! Salgo le fottute scale. Pretty-woman sarà anche ubriaca ma non sta mentendo. Perchè dovrebbe? Pretty-woman urla: “ Just arrived.”
Fanculo! Svolto l’angolo pronto all’impatto-shock con It, un impatto reso più duro dal fatto che è notte. Fanculo alla sua fronte figlia di puttana! E il mio pisello, invece, si rallegra: “Ma che cazzo di It! E’ Jessica!”
Io: “Ma sei pazza? Ma lo sai che potrebbe apparire da un momento all’altro!?”
Lei: “Non esiste, dici cazzate per mandarmi a male.”
Io: “I don’t joke. He lives hier!”
In camera io piazzo le barricate. Oggi Jessica ha le scarpe infradito con i tacchi e io: “E’ proibito levarsele.”
Lei: “Do you like?”
Io le faccio tirare i capelli indietro e gli faccio fare la coda e poi sono costretto ad una lunga spiegazione sul perchè mi arrapa di più pettinata così.
S 13) Noia all’aereoporto, non ho un cazzo da fare e così ci provo con una del mio gate. Lei non ci sta ma almeno passo il tempo. Goodbye United States. Tornerò. In una delle country più belle al mondo.
By tytanchaos