TYTANCHAOS IN THE WILD EDEN
TYTANCHAOS NELL’ EDEN SELVAGGIO
Sverige, Svezia, luglio 2006
G 13)
Non conosco la stazione di partenza per
Orio al serio, così arrivo a Bergamo troppo presto: il bus è semplicemente
davanti alla stazione. Aspetto 5 h in aeroporto. Spettacolare il decollo.
Arrivo a Stoccolma alla 1.00.
V 14)
Sono costretto a comprare la cuccetta per andare in Lapponia. È un fottuto
problema. Perkè mi ciuccia 50 euro in più e ho i soldi contati. Un’australiana
che dormiva nella mia camera dopo 20 minuti che mi conosceva mi ha dato
l’indirizzo. È carina ma è meglio concentrarsi sulle swedish. È inutile
ripetersi ma sono tutte, tutte fighe. Le uniche che possono competere con la
mia bellezza. Gli svedesi sono intelligenti, gentili ma troppo non violenti. Sono
persone bravissime e uno dei miglior popoli del mondo. La famigerata freddezza
scandinava è solo un luogo comune generato da una prospettiva ottusa. La loro
freddezza è semplicemente l’apparenza manifesta del loro spirito giustamente ed
estremamente indipendente. Hanno molta energia e voglia di divertirsi. La
svedese che mi faccio oggi per esempio è come la deutsch del 2004, se la fai
scaldare è superhot. La loro società
permette a tutti di godersi la vita al contrario della semi-schiavitù economica
in cui vivono i poveri in Italia.
Come
in Italia è difficile trovare una molto bella , così in Svezia è difficile
trovare una brutta. Anche quelle scarse non sono mostri. Lineamenti del viso
sono da cazzo durissimo. Limonare con una swedish mentre te lo tocca è un ottimo
pleasure. Di tettone ce ne sono parecchie. Alla mattina mi faccio una di 35 anni.
Classica swedish. La rimorchio in biglietteria e lei mi porta a casa sua. Cazzo
ci devo fare io? Al pomeriggio, in centro guardo le cosce di una mora, lei si
gira e flirta palese. È mongolica, bella da 8. Facile come sono tutte le tipe
in gamba. È thai. E quello che mi raccontavano Francesco e Angelo risulta vero.
Le thai vivono il sesso come nessun altra. Ci sta dentro di brutto. Vado a
vedere il castello reale. E’ carino ma
noioso eccetto la sala d’armi e il trono d’argento. Alla sera mangio mongolo.
Poi vado a Gamla stan a bere. Scelgo un pub con l’insegna dell’Heineken. La mia
fortuna è fottutamente assurda. Il pub che ho scelto a caso (!!) solo per l’insegna
dell’Heineken è una cantina medioevale. La birra è buona ed è l’unico posto in
città che vende il mield (antica bevanda alcoolica dei vikinghi). Ma la cosa
più incredibile è che un tipo si siede davanti a me. È svedese ma parla
italiano!! Mi da anche la dritta per il ristorante svedese best. Poi andiamo in
un quartiere poco conosciuto ai turisti. In un pub mi presenta le sue due
amiche. La cicciona con la 6° ci prova con lui in tutti i modi. Gli tira la
maglietta, lo trascina verso il bagno, gli fa toccare le tette ma lui ostinato
la respinge. La sorella invece ci prova con me. Gli dico che il tipo è
intelligente perchè ha imparato l’italiano in 7 mesi ma lei dice che la cosa
più intelligente sono i miei pettorali e me li tocca. Potrei farmi la 3° ma arriva
un piccolo testa di cazzo e con la scusa che gli deve parlare la porta via.
S 15)
Treno notturno per la Lapponia. Niente
d’interessante.
D 16)
Ad Abisko mangio l’alce fucking tasty
fra le waitress superbeauty. Poi discendo l’Abiskojokk. Selvaggio ruggisce
eternamente sui massi piatti e frastagliati dove mi siedo e prima
dell’orizzonte si getta nel lago Tornetrask. È grande come il Lario ma le sue
sponde sono primeve, prive di qualsisi struttura umana o città. Domani parto
per il kungsleden. Mi attendono 10 giorni nella taiga e nella tundra per un
totale di 216 km .
E’ da quando l’ho visto la prima volta a 14 anni, in foto, che io sogno il
paradiso supremo. Io amo la sua essenza e bramo la sua bellezza estetica nei
miei occhi, e il tocco dei suoi venti sulla mia pelle. E’ a 200 km da qua. E là io
arriverò. E’ la prima volta che trekko per così tanti km consecutivi ma so già
in partenza che vincerò perché la mia tenacia è scolpita nel mio ego come il
caldo è scolpito in una fiamma. E’ così. Perché le aquile volano? Perché è
così. Perché i lupi uccidono. Perché è così. Perché io arriverò là? Perché è
così. Questo paradiso dal fascino arcaico, questa bellezza infinita canta nel
mio cuore. Spesso, alla sera nel vuoto della tediosa Brianza osservo il cielo del
nord e guardo le stelle che possono vederlo questo paradiso e sento il canto
violento e primevo delle sue montagne e del suo fiume. Questo paradiso si
chiama Sarek, il suo fiume Rapadalen. Io sarò là. Come nei sogni io andrò a
vincere.
L 17)
Ho perso lo spray antizanzare e così le bastarde vampire mi hanno tartassato
fino alle 2.00, quando ha iniziato a piovere. Così alla mattina sono dovuto
ritornare ad Abisko per un tot di 8
km supplementari. Poi il viaggio nell’incanto ha avuto
inizio. Valico il cancello di legno del kungsleden, uno dei sentieri selvaggi
più belli del mondo. Qui, ad Abisko, questa pista traccia la terra fra il
muschio morbido e le betulle basse e bianche. E scende verso sud per 400 e
passa km intagliando la Lapponia
svedese da nord a sud. Il mio programma prevede di percorrelo fino alla metà, a
Kvikkjokk. Come nel 2002, ripercorro il canyon dalle rocce frastagliate e grigio-dorate
lungo il corso dell’Abiskojokk fino al vasto e placido lago Abiskojaure, sotto
la splendida montagna brulla e preistorica. Ci ho messo un paio di ore ad
abituare il mio corpo ai 20 kg
di zaino, poi il bruciore ai trapezi è cessato. Ma qui iniziano i nuovi
problemi. La Lonely
planet non segnava i rifugi liberi bensì i capanni del Stf, tutti a pagamento
(25 euro). Per di più piove. E i rifugi liberi dove cazzo sono? Alla fine
dell’Abisko n.p, il kungsleden s’inoltra in territori a me ignoti. La foresta
di betulle è sterminata e le vallate sono solcate da fiumi dalle sponde
inalterate. Intorno, le alpi scandinave, sono gli orizzonti nel quale ruggisce
il vento. Non c’è nessun villaggio, nessuna casa, nessun fottuto asfalto. E se
sali in cima a qualsiasi delle montagne puoi vedere solo la taiga. Nessun
villaggio, nessuna strada, nessun fottuto filo dell’elettricità. Questa è la Terra , splendida come è dove
i cani che si sono incravattati o che vogliono incravattarsi e le bastarde che
si sono ingioiellate non l’hanno ancora rovinata con la loro patologica
debolezza che i deboli chiamano civiltà. Questa è la terra e fino a Stora
sjofallet sarà così. I torrenti scendono dai passi e dalle alpi scandinave che
basse e arrotondate sono verde scuro, giallo e rosse di tundra. L’eterno
gorgogliare dei fiumi è l’unica musica che si oppone al cinguettare di decine
di strani uccelli. Le cascate che si tuffano dalle gole invece sembrano immote
e silenti come in un sogno trascendentale. Giungo ad una montagna bellissima.
Sembra fatta a gradini spiralici come la panna montata appena sbattuta. Le
pareti di roccia nuda sono tappezzate alla sommità da prati di un verde
intensissimo. Salendo sull’altro lato, trovo la capanna dei rangers. Ma non c’è
la pista. Così scendo fra gli acquitrini, guado un fiume e puttana troia perdo
la bottiglia d’acqua! La capanna è aperta. Così l’apro e m’intrufolo. A metà strada, fra le baite del stf devono
esserci queste casette. Bisogna solo prolungare il cammino di 4-7 km (almeno speriamo…). Per
fortuna c’è una bottiglia (vitale!). Sono le 17.30. Mi riposerò fino a
domattina. Poi ripartirò alla volta dell’ignoto oceano verde. Qui non esiste
l’estate. Esiste una breve primavera. Non sono ancora stato superato da nessuno.
E anche oggi mi sono mangiato 3-4 gruppi di svedesi alti fra il 1,80 e il 1,90!
M 18)
Purtroppo non ci sono parole per descrivere questi luoghi. Paradisi, paradisi,
paradisi, uno dopo l’altro, valle dopo valle e godibili da decine di
prospettive diverse. Gli apici sono tre. Un fiume che serpeggia in una valle
verde come un boa azzurro e poi s’intrufola in un lago meraviglioso che stagna
nella conca di tre montagne splendide.
Una cascata seminascosta che si getta nel fiume. Ma il n° 1 è dietro la baita
di Aleus: la valle è piatta, ampia e le montagne ai due lati rocciose e antiche;
in mezzo il fiume è come il Rio delle amazzoni; curva, si perde in anse. Solo
che al posto della jungla, sulle rive e negli isolotti, ci sono dei bassi
arbusti verde chiaro. Questo fiume si chiama Aleusjokk ed è uno dei luoghi più
belli che ho mai contemplato. La mia magia non sbaglia mai perchè altro non è
che la riproposizione conscia dell’esperienze delle mie vite passate che
galleggiano concatenati negli abissi dell’inconscio. Me li aspettavo dei luoghi
così splendidi. Io so già in anticipo dov’è la bellezza. Aleusjokk per i miei gusti soggettivi è più
bello del Grand canyon, di Plitvice e di Lemmenjoki. Aleusjokk è la bellezza
che non finisce mai e che non stanca mai. Beati i fiori e gli steli d’erba che
crescono qui perchè lo possono vedere per sempre. Oggi ho fatto 20 km , ho preso una grandinata
ed ho le scarpe inzuppate. Domani partirò per un punto molto duro del
kungsleden: Tjaktja, a quota 1100
metri , che a queste latitudini vuol dire freddo. Fottuto
freddo. Dove dormo oggi? Segreto.
M 19)
Mi addormento alle 10.30, mi alzo alle 3.30 di notte e comincio la mia marcia
verso il punto più critico. Costeggiando il meraviglioso fiume. Dicono che qui
è spesso nuvoloso e piove dalle 4 alle 5 volte al giorno. I cechi di ieri
dicono che è una caratteristica di questa valle lunga 10 km . Dopo varie bellezze e
5 guadi, sotto la neve, arrivo a Tjaktja a 1150 metri . Tjaktja è
l’inferno. L’inferno-inverno. Nevica. Ho le scarpe masarate da ieri e perciò
non porto le calze. L’orlo della tuta è rotto e la caviglia è esposta al gelido
vento subpolare. Il vento è incessante e ti accompagna sempre con il suono dei
fiumi che scorrono negli stretti canyon a 1 metro dalla pista in
salita. La larghezza del canyon è di circa 10 metri mentre ascendo
parallelo a lui verso il passo; dove nasce lui. Indosso solo una felpa da tuta
primaverile e la cerata. Devo oltrepassare il passo al più presto. Può anche
crollare la montagna ma non tornerò mai indietro. Devo arrivare al Sarek e al
Sarek arriverò. Al passo c’è il ghiacciaio e lo rasento vicino al punto in cui
si scioglie e genera il fiume. Lo valico. Dopo 300 metri in discesa c’è
la valle di Tjaktja. E dopo quello che vedo posso anche morire in pace. Il mio
cuore è troppo duro per sciogliersi in una lacrima ma sono veramente commosso
da questa vallata sterminata fra le montagne tonde e innevate che declinano in
archi di tundra. Questo luogo dalla bellezza in estinzione è maestoso e
straordinario. Questi paradisi sono lo scopo della mia vita. Questi luoghi sono
il senso della vita. Il fiume che solca la vallata è un altro Rio delle Amazzoni
e fluisce ampio e curvo verso ignote meraviglie. Meraviglie che fra pochi
giorni vedrò.
Arrivo
a Salka dove conosco una french-girl tosta di brutto e che come me percorre la Lapponia da sola, solo
che lei fa il Padjelantaleden e il Nordkalottleden. Riparto e il paesaggio
varia. La nuova vallata si allarga ancora di più. Ad ovest i massicci sono
tondi e imponenti. A est ci sono dei bestioni innevati sopra i 2000 metri . Sono infatti
vicino alle cime più alte della Svezia. Poi un altro rio che serpeggia fra dune
di erba e precipita fra due più
alte come se fosse sul bordo di un
ciclopico burrone. Mi fermo qui, nella
piccola baita di legno. Alle 4.00 di pomeriggio. Sono così spaccato che quando
vado a lavarmi al fiume ho le vesciche, un dito sanguinante e un unghia divisa
a metà. Sono così sporco che devo tenere i piedi nell’acqua ghiacciata per un
pò di minuti per svuotarli dal fango e dalla terra. Ho percorso 32 km conditi di up. Davanti
a me, a sud, c’è il Sarek, a ovest ci sono le tonde e infinite Alpi scandinave
e il confine con la Norvegia ,
a est c’è il Kebnekaise e le altre cime over 2000. Dietro, a nord, c’è la
strada che mi sono lasciato alle spalle, 69 km fa dove inizia la noiosa e vuota civiltà
umana.
G 20)
Mi sono appena svegliato dopo 11 h di dormita. Le gambe vanno bene ma i piedi
hanno le vesciche e perdono sangue dalle unghie. Si devono abituare al nuovo
ritmo marcia. Ho aperto la porta e mi sono ritrovato in questo ennesimo eden
terrestre. Il fiume, questo fiume, è meraviglioso. Di fronte a questa bellezza
e nell’estatica solitudine della natura lo squallore e il grigiore del luogo
ove sono nato è più palese. Come cazzo si fa ad andare in vacanza a Rimini, a Ibiza,
a Sharm el sheikh !? La civiltà umana si poggia sul niente. Tre sono i cardini
che contraddistinguono le persone devote al vuoto: 1 la tendenza a seguire la
moda; 2 il desiderio di superare gli altri in ricchezza; 3 il bisogno di
comodità. Merda a: la moda: quando uno è poco intelligente ha bisogno di
qualcosa per sentirsi un grande e così si addobba di gioielli, vestiti firmati,
auto lussuose per far presa sugli stupidi come lui (% alta in Italia) senza
capire che se è un mediocre rimane un niente e se invece è un campione lo è
anche senza stupidi vestiti; merda b: il desiderio di avere più soldi degli
altri: le persone mediocri da un punto di vista caratteriale sono sempre
invidiose dei forti e così cercano di diventare ricchi perchè è l’unico modo
che hanno per sentirsi superiori. Naturalmente possono anche diventare
miliardari ma sempre dei mediocri rimarranno. La ricchezza infatti si raggiunge
( eccetto l’ambito sportivo ed artistico) all’50% grazie al sapere, alla
conoscenza delle cose e ad altri fattori che non abbisognano né intelligenza né
una grande abilità: anche il più idiota degli idioti può diventare ricco con il
sapere. L’intelligenza e il talento sono altre cose. L’ intelligenza è dei
geni, il talento dei campioni e la tenacia degli irriducibili come me. La
mediocrità interiore invece è una caratteristica di chi agogna la ricchezza;
merda c: il bisogno di comodità: non c’è bisogno di commento. La civiltà umana
si allontana progressivamente dall’essenza delle cose, è come l’invidia e va
verso cose che non esistono o che non hanno senso. Io invece sono il forte e
sono sposato con l’essenza della natura. La natura è la verità: è bella, è
potente, è rude, è varia e non annoia mai. Qui ci sono molte alci: vivono circa
20 anni ma nessuna di loro raggiungerà i 18 perchè i lupi o gli orsi le
uccideranno. Quei 18 anni però sono stati vita. L’alce è stato libero, felice e
ha imparato la sua terra. Che senso ha invece lavorare in una tetra fabbrica
per arricchire un debole incravattato che chiamano padrone e una miserabile
ingioiellata che è sua moglie per poi morire in un letto d’ospedale circondato
da bianche, noiose, brutte mura? Ascoltando la lenta melodia del fiume
selvaggio mi vengono in mente alcuni rincoglioniti che parlano nella tv
italiana. Sono così stupidi che più che parlare abbaiano o belano. Sono così
schifosi ed inferiori che se la tenacia avesse una forma fisica, li schiaccerei
come vermi putrescenti. Ma c’è un quarto cardine della debolezza: è il peggiore
perchè cancella la dignità dell’animo umano: il cercare un partner o un
amicizia in base ai soldi che questi possiede. Se l’amicizia è sacra, questo è
il peccato più grande. Eppure parecchi stolti basano la propria vita sul matrimonio
con un simile verme. Ma che senso ha amare un verme che ti ha scelto per i
soldi che hai? Non si può amare una simile creatura. E’ come dire che mi deve piacere
il profumo della merda. Eh...., non mi piace. Rutto sulla moderna civiltà umana.
Il caos è l’essenza che mi ha generato e la natura primordiale è la maestra che
mi ha addestrato. Io conosco ogni verità. Conosco la verità del mondo materiale,
la verità della sfida, la verità della lussuria e anche la verità della storia
e quasi tutta la verità del capo loro....Ora partirò. Tra 6 km , a Singi-baita, il
kungsleden si biforcherà. La maggior parte degli hikers andrà a est e scalerà
il Kebnekaise, la montagna più alta del paese. Io invece proseguirò a sud e se
prima incontravo (o meglio) superavo circa 6 gruppi al giorno, d’ora in poi, il
“traffico” sul sentiero si ridurrà, stimo del 70%. A sud c’è il Sarek e mi
avvicino a Stora sjofallet. Il Sarek è la regione più selvaggia d’Europa. Stora
sjofallet è fra le 20 meraviglie del mondo. 8 anni fa ero giunto ai suoi
confini con Pino e Fulvio ma non avevamo l’organizzazione giusta per valicarli.
Tra pochi days, finalmente mi prenderò la mia rivincita. Dopo Singi, il
kungsleden si biforca. Il Rio della Lapponia trasforma il suo spettacolo e le
sue anse e i suoi isolotti rotondi diventano più ampi. Le basse rive sono
lussureggianti di verde o formano spiagge e golfi di sabbia. Dopo 4 giorni
risento il torpore del sole. Tjaktja era l’inverno. Salka l’autunno, qui è
primavera. La valle si allunga sotto le cime ora rocciose e dalle forme
imponenti e arcaiche. Il rio è sempre bello in qualsiasi punto. Poi smette di
serpeggiare e diventa largo e placido fino ad entrare e scatenarsi all’improvviso
in un canyon simile ad Abisko. Proprio a questa altezza passo un ponte. Qui la
tundra termina e dopo 3,5 giorni rientro nella foresta di betulle. Qui supero
gli unici 2 gruppi che ho incontrato oggi. 2 superfiche swedish e una family di
pescatori. Arrivo alla baita Kaitum. Il rio si dirama e si getta in un lago che
si perde fra i monti. Inutile dire che è bello. Nel delta del rio ci sono
isolotti boscosi, ghiaiosi o sabbiosi. Al di là c’è la palude. Mangio a Kaitum
dove chiacchero con una swedish che mi scoperei subito subito. Di faccia è
superfiga, è tettona ed è bella in carne. Ma devo proseguire. Saluto il rio che
ho costeggiato dalla sua nascita nell’inverno di Tjaktja fino a quando si è
sposato con il lago Kaitum. L’altro fiume che sfocia nel bacino d’acqua è piano
ma scende con due basse, splendide cascate di 2 metri . La baita dove devo
dormire è segnata ma non c’è!! Così cammino e cammino e alle 18.00 mi ritrovo a Teusajaure
che invece era il primo obbiettivo di domani. Il lago Teusa è un altro zaffiro
incontaminato incastonato fra i pendii delle alpi scandinave. Le rive sono
naturali. Non ci sono strade, case o altre porcherie. C’è solo la baita di
legno proprio sotto la cascata che si tuffa nel lago. Il kungsleden continua
sull’altra sponda. Ho due opzioni: salire sulla barca e gratis remare per 1 km oppure pagare 5 euro e
farmi traghettare con il motoscafo dal ranger. Non ho mai remato e le onde mi
sono contrarie così pago. Sull’altra riva approdo al piccolo molo di legno dove
c’è una figona che sta facendo le parole crociate. Si chiama Hanna, è metà
svedese e metà finlandese, è così figa che gli picchierei subito la cappella
sulle guance. Ma c’è un problema. Dove cazzo dormo stanotte? Hanna mi fa vedere
due capanne nel bosco. Entrambe sono chiuse con il lucchetto. Vado a cucinare
sulla spiaggia sassosa e sono molto incazzato: ho fatto 30 km al posto di 25 ed ora dovrò
anche dormire al freddo! E qui succede l’incredibile. L’inconcepibile. Hanna e
il suo tipo dormono nella tenda, vicino ad un altra coppia. Io m’inoltro per un
sentiero secondario perchè devo pisciare e cosa trovo? Una baita! Entro e cosa
succede? L’incredibile 2! L’inconcepibile 2! Ho quasi finito le scorte di carne
e domani a Saltoluokta devo ricaricarle. C’è una busta sul tavolo: piena zeppa
di razioni militari: pollo, pecora, persino budini. Ogni razione basta per 5
persone e costa 8 euro!! Ora vado a dormire e a prendere le mie scarpe perchè
c’è una lepre che gironzola intorno alla mia casa.
V 21)
Di solito non sogno mai ma oggi mi sono svegliato con il cazzo durissimo. E’ da
7 giorni che non sborro. Ma non ho alcun problema a resistere per altri 10
giorni. Ho resistito anche dopo essermi limonato la thai dal turco. Vado al
lago a lavarmi e c’è Hanna in reggiseno che prende il sole. Il suo tipo non è altro
che una tettona castana. La situazione si aggrava. Hanna è così bona che la leccherei
dai piedi alla faccia. Le sue guance sono leggermente infossate sotto le gote.
Ha i capelli biondissimi e la sua amica è carina. Più la sfida si fa ardua ,
più lo spirito si rinforza. Non posso provarci perchè ho poco tempo. Anche se
gli inonderei quella faccia figa che solo in Svezia e Danimarca hanno. Parto e
m’inoltro nello Stora sjofallet national park. Una vecchietta di 70 anni arriva
con la barca e da sola fa lo stesso
tragitto. A 70 anni, da sola, percorre 16 km in mezzo agli orsi e alle linci valicando
un passo! Le svedesi sono donne forti perchè discendono dalle tribù germaniche
che vivevano nella foresta e che furono le uniche a non essere assoggettate al
dominio romano. Oggi è il 5° giorno consecutivo in territorio selvaggio e così
batto il record di Yellowstone (4). Solo 2 anni fa, sentivo la stanchezza solo
dopo il 30° km, ora la sento già dopo il 15°. Se prima ero pura forza esplosiva
e tenacia ora sono più che altro la seconda, forza interiore, fatico ma non
mollo. Arrivo a Vakkotavare. Così mi siedo sul promontorio del passo. Qui sono
in maglietta e pantaloncini. Mi siedo su un macigno e mi mangio una zuppa
swedish di patate e broccoli. Le cime arrotondate mi circondano mentre giù c’è
l’arcipelago in mezzo al lago Akka. Questo è il vero piacere della vita. Qualche
gruppo passa di qui e conosco un deutsch rastone molto in gamba e parliamo del
mondiale. Poi arrivo a Stora sjofallet: 8 anni fa quando giunsi qui e la vidi,
scrissi questi versi: io qui muoio. Voglio morire qui e disintegrarmi in questa
terra per non abbandonare mai questa landa. Voglio diventare parte di essa...di
questa taiga preistorica che copre questa pianura sterminata, di questo fiume
impetuoso che largo come il Po’ precipita in cascate altrettanto ampie e poi
sfocia nell’orizzonte verde, di queste montagne isolate che come trapezi
titanici si ergono dalla taiga piana.
Ora
Stora sjofallet non c’è più. Hanno creato un patetico lago artificiale per un
progetto idroelettrico. Credo nel lancio di una bomba atomica sulla famiglia di
chi ha avanzato questa proposta. Una delle meraviglie della Terra non c’è più.
D’altro canto da uomini che desiderano essere i padroni del mondo non ci si può
aspettare di meglio. E’ una caratteristica dei maiali che si sono incravattati
o che vorrebbero incravattarsi e delle persone che divinizzano i soldi quella di commettere scempi innominabili. Io
ne conosco parecchi di mezzi-uomini così. A volte ci uscivo anche insieme. Ce
n’è uno che conosco da anni e che è il più scemo di tutti. E’ così babbazzo e
stupido che non saprebbe valutare neppure il buco del suo culo. Sono persone
che devono essere sterminate perchè arrecano solo danni alla terra. Sono
parassiti della terra. Lavorano come cani senza neanche chiedersi il perchè e
l’unico loro dio è l’euro. Vanno in vacanza in posti così brutti che sono
paragonabili a Sesto s.g. L’unica ragione della loro vita è la figa. Non sono
meglio di cani e maiali e invariabilmente vestono in tendenza. Il babbazzo è
così.
Dopo
ciò che rimane di Stora, m’incammino per gli 11 km che mi separano dalla
baita. Sono stanchissimo e la caviglia mi si è gonfiata. Quando parto o quando
scendo mi fa un male cane. Ma più a sud il Sarek mi attende. La mia baita è in
collina a 650 metri
di altezza. Mangio le polpette svedesi. Dentro hanno aglio, cipolla, patata e
carne. Sono tasty. Oggi Judi è morta. E’ proprio una giornata negativa. Ho
percorso 27 km
e sono 126 km
all’interno delle selvatiche lande. Il sole tramonta alle 9.00 e per due ore
macchia di rosso il cielo boreale. Ma la notte non cala mai. Il cielo è sempre
azzurro. Posso leggere e scrivere anche alle 2.00.
S 22)
Ora il kungsleden procede deliberatamente verso il Sarek. Sul sentiero
praticamente ci sono solo io. Mi sembra di essere il protagonista di uno di
quei film western dove il tipo cammina per miglia e miglia da solo in mezzo a
territori incontaminati. Sento il mio ego soddisfatto da questa sfida continua
e la mia lussuria appagata dalla bellezza che mi circonda. Sono felice come mai
lo sono stato. Libero, forte e felice. Le cose più importanti ora sono 3: la
bottiglia d’acqua, il fornellino e il sacco a pelo. Se dovesse succedergli
qualcosa la mia vittoria sarebbe in pericolo. Ma scriviamo un ultima cosa sul
più scemo di tutti. Egli è il simbolo perfetto della moderna e debole civiltà
umana. Egli non giudica le persone in base a ciò che sono. Egli le giudica in
base ai soldi che hanno. E’ così stupido che non capisce di essere un coglione.
E’ incapace di mistificare e di elucubrare e appena si parla di cose profonde o
cerca di cambiare discorso o si estranea. Lui è e vuole essere come i coglioni
che agognano la ricchezza. Non ama se stesso perchè uno che ama se stesso non
divinizza i soldi. Io fra me lo chiamo con 4 soprannomi: coglione, babbazzo (è
il più adatto), più scemo di tutti e stolto. Lo vedo di sovente e mi fa sempre
più pietà. Fra le altre cose è anche brutto e questo mi fa piacere perchè amo l’inferiorità
dei miei nemici. Ah, beh, lui non sa che sono suo nemico. Perchè mi chiama
punch. Ma quale punch...lui non conosce nessun punch. Lui conosce solo ciò che
la sua piccola mente crede erroneamente di conoscere.
Il
lago Sitojaure è splendido. Le sue coste rigogliose sono irregolari e la sua
forma fra le colline è molto complessa. Isolotti e penisole si propagano
formando golfi e stretti. Per attraversarlo solita storia: o remi o paghi. Ma Viktoria,
la responsabile, dice che funziona così: ci sono 3 barche, 1 qui e 2 là. Se
voglio usarla, poi devo tornare con 2. E rifare il tragitto per la 3° volta con
1 per un totale di 12 km !
Non ho mai remato. Così aspetto. Aspetto 3 h. Fortunatamente arrivano i 2
deutsch di ieri. Uno è molto bravo con la navigazione. M’insegnano e partiamo
dalla riva nord. Remo io. Remare è una cosa naturale. E’ fatta apposta per i
muscoli del corpo. E’ il tramonto quando attraversiamo il lago. La foresta
sulla costa e sulle isole risplende di un opaca luce ancestrale, fra le
montagne oltre le colline. I rilievi sono vicini e hanno la caratteristica
forma del Sarek. Trapezoidali. Una è tagliata a metà come se un gigante l’avesse
affettata e mangiata al 50%. E’ un luogo spettacolare. Poi, dopo uno stretto e
due golfi, approdo sulla riva sud. La foresta mista è vergine. Qui ogni cosa,
gli arbusti, le piante, i fiori, l’erba, i muschi, sanno di preistoria. Sono a 13 km dal Sarek e questo è il
preludio. I deutsch tornano indietro con due barche perchè vogliono dormire
nella baita di Viktoria. Su questo sentiero non c’è nessuno. Dopo 50 metri , trovo la mia
nuova casa. Questa baita è più piccola del solito e sgangherata. La legna è sparsa
nell’angolo, disordinata. Mi preparo a cucinare. Sono a 137 km dal primo villaggio e
si apre la porta. C’è una fighetta rossa, svedese, spuntata dal nulla! Sola.
“Posso
dormire qui?”
E io: “Certamente.”
Anche
lei si chiama Hanna e fa il mio stesso tragitto ma al contrario. E’ una tipa di
sinistra. Parliamo. E’ simpatica. Mangiamo. Naturalmente è da quando è entrata
che me la voglio fare. Mi dice: “Ho la vodka, la vuoi? Tu mi hai fatto
assaggiare il riso italiano...”
Io: “Non bevo alcoolici nella foresta.”
Ma
offrire la vodka mi fa pensare ad una cosa sola (ehi, baby io non ho bisogno di
vodka). Parliamo ancora. Poi lei stende il suo sacco a pelo vicino al mio ma al
contrario. E io: “Giralo.”
E lei:
“In che senso? Cosa significa questo?”
E io
mi avvicino e gli dico: “Fammi sentire il profumo della tua pelle.”
Lei:
“Perchè? Cosa significa?”
E io:
“Perchè sei bella.” E metto la bocca e lei non ci sta.
Allora
ride e mi dice: “Sono stanca e mi ritrovo con un ragazzo italiano, era scontato
che ci provavi. Domattina ti darò un bacio sulla guancia.”
Adesso
dorme. Domattina vedremo dove mi darà il bacio perchè inizia il 2° round.
D 23)
Sono le 18.01 e mi trovo sul bordo di un burrone di 1179 metri . Un balcone
sul paradiso. Sotto di me c’è il Rapadalen, il fiume più bello del mondo e il
Sarek. Non descriverò questo luogo perchè non si può descrivere. Il Sarek è la
genesi della terra. Quando la terra nacque era così. L’uomo non può creare
bellezza, può solo narrarla. Quando gli uomini, che vogliono essere padroni o
ricchi mettono mano sul mondo lo rovinano. Qui nel sarek, l’uomo non ha mai
abitato, mai costruito. Fra queste cime innevate, sui ghiacciai, lungo questa
valle, in questa foresta, non ci sono deboli padroni, qui ci sono solo
campioni. Qui ci sono solo i tenaci lupi, i potenti orsi, le maliziose linci e
il loro talento naturale che gli permette di vivere liberi. Vorrei starmene qui
fino a dopo il tramonto per sentirli cantare e forse lo farò. Ma ripartiamo
dall’ inizio della giornata. I deutsch arrivano poco dopo che mi addormento e
hanno la bellissima idea di cucinare accendendo la stufa. Poi vanno a dormire
di fuori. Fa un caldo insopportabile e Hanna apre la porta. Decine di zanzare arrivano
a rompere i coglioni. Non mi pungono perchè ho lo spray ma mi passano a pochi
mm dal viso e il loro zzzz mi tormenta le orecchie fino alle 3.30 di mattina,
quando dopo una strage di massa, per fortuna inizia piovere e le riserve aeree
non possono più entrare. Fatto sta che riesco a dormire solo 4 ore. Alla
mattina Hanna non ci sta, io vado a sud e lei a nord. I deutsch dormono. La
caviglia si gonfia, il piede ha un buco di carne viva e quando scendo mi fa un
male cane, in salita tutti i km precedenti si fanno sentire e arranco a passo
di lumaca. Ma può succedere qualsiasi cosa. Un’eruzione vulcanica, un terremoto
alla Ken il guerriero che divide in due la terra, uno tsunami, la nuova
glaciazione, qualsiasi cosa ma io andrò al Sarek. Valico il mio ultimo passo. Enormi
blocchi di macigni squadrati sono sparsi per l’altopiano quando giungo a
ridosso del lago Laitaure. Giù, uno stretto boscoso collega la collina a
conifere con la montagna che sembra essere stata tranciata a metà da un titano così arcaico da essere sconosciuto
persino alla mitologia. Al di qua dello stretto c’è il lago Laitajaure, al di
là c’è il lago Tjaktjajaure. Fra la montagna del titano e quella a forma di
berretto da imbianchino sulla quale sono seduto, c’è il Nammasj, un monte
preistorico; piccolo e alto solo 800 metri . Il Nammasj è il monte più
affascinante del mondo. Il Nammasj è in mezzo alla foce del Rapadalen che per
aggirarlo si divide in decine di canali fra isolotti-erba. Il Nammasj è la frontiera
dell’eden e dopo c’è il Sarek. Vorrei rimanere per sempre qui. Ovviamente il
fatto che sono cresciuto nella povertà avvantaggia queste sfide. Io che sono
povero e vincente ho raggiunto i due obbiettivi che mi ero preposto. Solcare il
kungsleden da Abisko a Kvikkjokk e deviare per vedere il Sarek. Perchè sono
povero e forte dentro. Ma purtroppo mi toccherà tornare a casa e invece di
svegliarmi coi lupi mi toccherà vedere parecchie facce di cazzo e altri
patetici inferiori come il babbazzo.
L 24)
Ieri sera alle 9.30, i deutsch erano già salpati così ho dovuto attraversare il
lago da solo. Certo, non ho ancora uno stile olimpionico ma ormai ho imparato a
remare. I deutsch sono nella mia nuova baita. Praticamente ora zoppico ma il
più è fatto. Sono solo a 2 giorni di cammino (41 km ) da Kvikkjokk e dalla
prima strada asfaltata. Ho l’aereo martedì 1 e posso speculare sul tempo che mi
rimane. Anche oggi mi lavo nel fiume ma precisamente nelle rapide. Poi mi
faccio il bagno nel lago Laita. Faccio l’inventario delle provviste che mi
rimangono e per 6 giorni mi bastano. A Gallivare mangerò all’indiano e a
Stockholm allo svedese. Potrei stare a cazzeggiare nella foresta fino a sabato
ma devo prenotare il treno con anticipo e così giovedì uscirò dal bosco. Qui
posso anche prendere il sole a petto nudo. Non c’è niente da dire, solo godere
dei profumi delle cortecce bianche delle birch e dell’azzurro-verde del lago. Perciò
mi soffermerò su dei dettagli etologici dei giorni scorsi. Ad Aleusjaure e sul
passo di Stora sjofallet sono stato attaccato due volte da un uccello della
famiglia dei gabbiani. Appena ho lasciato il kungsleden per dirigermi ai
laghetti, gli uccelli hanno verseggiato e si sono alzati e mi hanno sorvolato,
dopo di che sono scesi in picchiata contro di me. Naturalmente non mi hanno
beccato perchè se no a quest’ora avevo un buco in testa. Come tutti gli
animali, infatti, prima di attaccarti ti minacciano. Io mi sono fermato e poi ho
proseguito parallelamente al laghetto. L’uccello, soddisfatto della ormai mia
lontananza dal suo nido mi ha lasciato stare e quando ho girato verso la riva e
ho fatto il bagno si è limitato a verseggiare e a tenermi d’occhio. Al lago Teusa,
invece, la foresta era silenziosa, il sole era già tramontato. L’avifauna
perciò dormiva sui rami delle betulle. Ho lanciato sulla spiaggia pietrosa dei
pezzi di pane. Immediatamente un uccello ha cinguettato. Ho aspettato e ho
rifatto il lancio. Ha cinguettato ancora e un altro gli ha risposto. Come
prevedevo, infatti usano la stessa tattica dei lupi. E cioè tengono una
sentinella sempre sveglia per le linci, le volpi e le donnole. Parlare d’istinto
infatti non ha alcun senso. Parlare d’istinto è come parlare di asini che
volano o donne con tre tette. E’ una stronzata, è una cosa che non esiste. L’istinto
è una leggenda nata dall’arroganza, dall’ignoranza e dall’ottusità umana. Gli
animali pensano perchè una tattica è pensiero. Anzi, tutte le tattiche militari
in effetti i guerrieri le hanno imitate dagli animali. I primi ad usare l’esca
e l’accerchiamento non furono infatti
gli indigeni ma bensì le leonesse. Se
prendi un leoncino da piccolo e lo porti, da grande, nella savana, egli morirà
di fame nel giro di pochi giorni. Anche
se possiede la tecnica suprema di ogni felino e la potenza della sua specie
egli non sarà in grado di catturare quasi nessun animale perchè non ha mai
avuto una madre che gli abbia insegnato le tattiche necessarie. Un leoncino che
cresce con una leonessa e in natura invece sopravviverà perchè lei gli insegnerà la distanza precisa
da tenere fra sè e la preda, le coperture da usare nell’avvicinamento, i tempi
da usare, la coordinazione con gli altri membri del gruppo e infine i punti da
colpire per le differenti prede. Imparare e insegnare è intelligenza. In verità
chi parla d’istinto è stupido come una capra. Certo, un animale non è in grado
di filosofeggiare o di pensare eticamente. Un animale non sa che cosa è bene e
cosa è male. Il pensiero dell’animale si limita al confronto: sono più forte io
o lui, sono più veloce io o lui? Non esistono infatti animali selvaggi che
attacchino all’improvviso. Prima valutano sempre il loro avversario. Lo studiano,
lo pesano, lo misurano. Se un ladro va a rubare lo sa che è sbagliato. Se
invece un grizzly vede un uomo che sta facendo un barbecue, guarda la bistecca
cruda e quella cotta, annusa e si chiede: “Qual’è la più buona? E’ più buona
quella cruda.” (Fredda la chiamerà lui nel suo linguaggio gutturale). Poi parte
e si prende la bistecca. E se la mangia. Ma al grizzly se è giusto o sbagliato
rubare non gliene frega un cazzo. Non se lo chiede neanche. Non può. Si chiede
solo: “Ha qualcosa di pericoloso l’umano?” (armi); “è da solo? a che distanza sono gli altri
umani?” Tira le somme del rapporto di forze e poi procede. Tramite
l’inclinazione della coda, delle orecchie e in misura minore del corpo e
tramite il linguaggio gutturale del suo verso l’animale parla ed è così che le
madri insegnano ai cuccioli dove fare la tana, quali piste seguire etc. La
foresta infatti è un caos perfettamente organizzato. Nulla è lasciato al caso.
I lupi per esempio hanno un raggio di percezione olfattiva di tot. metri, uno
dei più potenti del regno animale. C’è una categoria di scemi che sono ancora
più scemi di quelli che credono nell’istinto. E sono quelli che giudicano
l’animale in base ai criteri di potenza sensoriale umana. Un uomo sente più o
meno gli odori nel raggio di 3
metri . Ma un lupo può sentire gli odori che emanano
anche da 20 metri
di distanza e anche molto più lontani. E nel raggio di 10 metri sente odori
presenti che un uomo non può sentire neanche se ci mette il naso sopra. I lupi
sentono persino l’odore dei sassi distinguendoli uno ad uno, l’odore della
terra, delle foglie. Un uomo sente i rumori sopra tot decibel e entro tot
metri. Se scarti una caramella un uomo sente il rumore che ne so, al massimo a
15metri. Ma una lince lo sente anche da 30. E nei 15 metri sente rumori che
per un uomo non esistono neanche. Sente lo zampettare dei passeri sul fango, un
uomo questo non lo può sentire. Perciò gli animali cercano le loro prede o
l’acqua utilizzando la loro potenza percettiva fisica che non è paragonabile
con la nostra. Grazie agli studi di un equipe di ottimi etologi ora si sa che
una marmotta è in grado di comunicare alle altre marmotte: “Umano a destra,
umano a sinistra. Cavallo a destra, cavallo a sinistra.” Figuriamoci allora che
cosa può fare una tigre che è molto più intelligente.
M 25)
Ho percorso 208 km
più 8 remando. Alle 18.24 giungo alla fine del kungsleden settentrionale. Dopo
9 giorni e mezzo esco dalla foresta e mi ritrovo in un villaggio e su una
strada asfaltata e in pianura. Gli ultimi 15 km del kungsleden erano taiga di pianura. Conifere
miste a betulle, alberi distanti fra loro con molte radure umide e improvvise.
Ieri sera ho fatto degli impacchi di argilla e essenza d’arancia e la caviglia
si è sgonfiata ma i piedi sotto mi fanno male. Questo villaggio di 70-100
abitanti si chiama Kvikkjokk. Da qui il kungsleden si prolunga a sud per altri 250 km . Sempre da qui parte
il Padjelantaleden che rasenta il confine con la Norvegia e qui si può
imboccare anche il Nordkalottleden che addirittura raggiunge il Finnmark dopo
centinaia di km di tundra norge. Mi sono lucidato gli occhi con parecchi
paradisi unici in europa e ho vinto raggiungendo il mio obbiettivo. Anche
stasera incontro i miei ormai amici deutsch. Johan e Johansson. Ieri, sapendo
che avrei dormito nel Sarek mi avevano lasciato un biglietto nella baita: “Bye
Fabian (mi chiamano così) we hope that you meet maybe another vampyr.”
La vampira sarebbe un altra swedish solitaria
come Hanna. Poi incontro anche l’altro mio amico deutsch, un tipo che come me
viaggia solo per i national parks.Ssiccome sono il più veloce, facciamo lo
stesso sentiero da 3 giorni ma ci vediamo solo alla sera nelle baite. Loro
campeggiano, io invece faccio 5
km ancora e mi butto in quelle free e dormo da solo
(eccetto la volta della vampira). Questi tre deutsch sono gli unici che hanno
retto il mio passo, gli altri escursionisti non li ho mai più rivisti una volta
superati. Il deutsch vuole fare la stessa cosa in Alaska e in Canada. Io gli
propongo una 3° alternativa: Siberia e Kamchatka. Ma dice che non si fida
perchè in Russia ci sono i banditi. Lungo il kungsleden ci sono queste
nazionalità: 1 ovviamente svedesi, 2 deutsch e finlandesi, 3 olandesi 4
australiani 5 inglesi, danesi, cechi. Io ero l’unico italiano. Queste invece
sono le percentuali di tipo di gruppi incontrati: gruppi misti e famiglie (3-10
persone) 50%, gruppi solo maschi 25%, gruppi solo femmine 20%, maschi isolati
3%, femmine isolate 2%. Vado al Padjelantaleden per dormire in una baita ma è
impossibile raggiungerlo alle 10.00 di sera perchè bisogna andarci con il
motoscafo (2km). Così mi siedo sulle panchine e aspetto le 24.00 leggendo prima
di andare a dormire nel prato. Fa un freddo tosto alla sera. Sono davanti ad un
laghetto alla fine di una strada chiusa. I prati mi circondano. Le case di
legno sono a 100 metri .
C’è una bicicletta abbandonata lungo il molo. Arriva il proprietario e mi
chiede: “Prendi la barca domattina?”
Io:
“No, domani prendo il bus e me ne vado.”
Lui:
“Hai la tenda?”
Io:
“No.”
Lui:
“Vuoi una camera a basso prezzo? 80 kr (8 euro).”
Quando
succedono queste cose inizi a pensare a maniaci o a serial killer. Ma poi ci
pensi e i Jack lo squartatore bazzicano in città, non di certo in villaggi di
70 abitanti, li sgamerebbero subito. Così vado. La mia malizia si placa
definitivamente quando a metà strada becchiamo sua moglie. Ora, se uno vede una
tipa che cammina per la strada con un’oca arrosto dentro un tegame si spaventa
ancora di più. ma se non si rischia non ci si diverte. La verità è che il tipo
è proprio un tipo in gamba, lui e sua moglie vivono in una grossa casa di legno
fra gli abeti e le betulle di Kvikkjokk. Poi ha tre stanzini nel cortile che
scaltramente affittano ai trekkers come me. La mia stanza è 2,5 per 2 metri . Più figa di così
si muore. Ah, dopo 12 giorni dormo su un materasso.
M 26)
Ormai io e i 2 deutsch siamo amici. Abbiamo anche approfondito parlando per 2
ore sulle vacanze precedenti, sul lavoro e sulle pussy. Per conoscere delle
persone però bisogna sapere l’inglese almeno come lo so io o ancor meglio come
lo sanno loro o gli swedish o gli olandesi. Gli svedesi non ci credono che sono
italiano, mi dicono: “Tu parli troppo bene l’inglese per essere italiano. E poi
perchè hai i capelli così chiari?” Sapere la grammatica conta poco. Sapere
l’inglese significa saper fare dialoghi di 2 ore e quindi conoscere i vocaboli.
Siccome l’ho imparato da solo qualche errore di pronuncia è facilmente
superabile con la deduzione. Uno invece che sa coniugare i verbi ma poi non sa
come si dice argilla non può parlare. Parlare significa sapere tenaglia, lince,
pettinatura ecc. I deutsch, gli swedish, gli olandesi e i japan sanno l’inglese
ancora meglio di me. Lo sanno come seconda lingua. Voglio dire, un japan ti sa
dire anche come si dice guglia!! Fatto sta che dopo 10 giorni e mezzo rivedo
una città: Gallivare. Devo aspettare 3 h per sapere se c’è un letto per me
nell’ostello e sospetto proprio che mi
romperò i coglioni ma in stazione c’è una tipa biondissima con un pastore tedesco
incrociato con un lupo. Un’ottima scusa per provarci, eh?! Così rompo le palle al cane che si scatena e
vuole giocare di brutto. La tipa si chiama Gabriella. E dopo circa 30 minuti me
la limono. Si prende anche il mio n° di telefono. Poi trovo per miracolo un
letto in una guest house. Alla sera vado a mangiare all’indiano con il mio 3°
amico deutsch. Il tipo tosto che non riuscivo mai a seminare lungo il
kungsleden. Al max gli davo 20 minuti di distacco e se partiva prima lui non lo
superavo. Questo tipo mi sta simpatico di brutto e per l’impresa che ho in progetto
per l’Africa è selezionato dal sottoscritto. Una cosa peculiare è che legge libri
ideologici nella foresta. Ha un libro di Adolf ma anche un libricino di Bakunin
perciò non riesco a capire se è anarchico o nazista. Beh, in ogni caso la sua
ideologia non è importante per me, l’unica cosa importante è che ha la giusta
tenacia per unirsi a me nell’ impresa che farò e sicuro la farò: Africa 201…..
G 27)
Oggi mi rompo le palle. L’unica cosa divertente sono i dolci svedesi. Questa è
la classifica dei 3 migliori paesi per i dolci: 3 Bosnia 2 Danimarca e Germania
1 Olanda. Dormo da un affittacamere a 300 metri dal centro. Gli abitanti di Gallivare
hanno sia la macchina che la motoslitta, tutti. D’inverno qui ci sono solo 2 h
di luce e la temperatura oscilla fra i -20 e i -40. Ci sono le foto della città
d’inverno: decine di motoslitte parcheggiate fuori dai pub.
V 28)
Leggo; per il resto noia totale.
S 29)
Ne ho le palle piene. Dopo 2 giorni qualsiasi città mi riempie le palle. Mi
sparo 2,5 litri
di Heineken e poi decido di andare a bere. Qui in Lapponia non esistono i pub
classici. Ci sono i ristoranti svedesi che alle 21.00 diventano pub. Alle 23.00
aprono la sala inferiore e diventano discoteche. L’ingresso è di 23 euro. Ho i
soldi contati così decido di spendermeli a Stockholm.
D 30)
Prendo il treno-night per la capitale.
L 31)
Mi ubriaco a Stockholm. Altre note peculiari sulle scandinave: lungo il
kungsleden incrociavo numerose donne (belle!) anche di 30-45 anni che dopo
essersi fatte 15 km
a piedi, montavano la tenda e dormivano dentro. E’ immaginabile una femmina
italiana shopping&Rimini fare una cosa del genere? Le swedish sono belle, forti ma fin troppo
buone.
M 1)
Ottimo kebab in centro. Mentre mangio beato passa una japanese bella di brutto
con la 4°. Il turco mi dice che fa i porno in Danimarca e che non è difficile
che addeschi ragazzi o uomini carini lungo la strada. Bello il volo. Dalla
taiga a Bergamo. La mia foresta che ho conquistato 3000 km più a nord la amo
nel sempre. E tra meno di 2 mesi sarà Rakshasa in the jungle, 10000 km più a est.
By Tytanchaos.